La Lente Bionica, relatore by Dr. Salvatore Troisi (Spec. in Oculista)


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  • Ospedale di Salerno “S.Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”.

  • “La Lente Bionica”, Relatore by Dr. Salvatore Troisi (Specialista in Oculista).

  • Salerno 19 febbraio 2008 by Mimmo Scafuri


Informazioni sul video: Ospedale di Salerno “S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”

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Gli Ospedali Riuniti di Salerno risultano dalla fusione, avvenuta nel 1898–1900, di due ospedali preesistenti: il S. Giovanni di Dio, la cui prima origine risale al 1183, fu fondato da Matteo Daiello, era ubicato nella Salerno antica, presso la Chiesa dell’Annunziata in via Porta Catena, ed aveva il nome di S. Biagio; l’altro, fondato nel 1873 con i cospicui lasciti del marchese Giovanni Ruggi d’Aragona (Napoli 1807 – Salerno 1870), ebbe sede all’imbocco di via Mercanti in sei piccoli locali. Il Sindaco Giovanni Cuomo promosse la fusione dei due piccoli ospedali, dando loro, nel 1923, una più ampia sede in via Michele Vernieri, 16 dando la denominazione di Ospedali Riuniti. Nel 1954 l’alluvione, che colpì la città di Salerno il 25 e il 26 Ottobre, evidenziò la necessità di un nuovo e più grande ospedale, la cui progettazione fu affidata dal Consiglio di Amministrazione, presieduto dall’Onorevole Carmine De Martino, all’ing. Matteo Guida, nel 1956. Gli attuali OO.RR. ubicati nella località S. Leonardo, inagurati nel 1981 si compongono di tre plessi principali intercomunicanti: il primo ospita tutte le branche di diagnosi e cura; il secondo la Direzione dell’Azienda Ospedaliera; il terzo è sede del Dipartimento Medico Chirurgico di Cardiologia.


“LA LENTE BIONICA”, Relatore by Dr. Salvatore Troisi (Specialista in Oculista)




Le “Lenti a contatto” non per correggere difetti della vista ma dotate di circuiti elettronici e di uno schermo virtuale con funzione uno zoom in grado di ingrandire qualsiasi particolare di un oggetto, di riprodurre immagini e perfino di navigare direttamente in internet. Queste le novità riportate nelle scorse settimane da un gruppo di ricercatori diretto da Babak Parviz, professore associato dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers dell’Università di Washington. Sono in effetti lenti a contatto morbide, in cui, grazie ad una complessa tecnologia in nanoscala, vengono inseriti microchip elettronici ed una serie di diodi a luce rossa che generano immagini che vanno a sovrapporsi a quelle realmente osservate. Queste particolari lenti sono state testate per il momento sui conigli, per verificarne la compatibilità biologica ed escludere effetti tossici dovuti ai materiali elettronici. Le possibili applicazioni sull’uomo sono innumerevoli e, in parte, ancora tutte da scoprire, come sottolineano gli stessi autori della sperimentazione. Sarebbe possibile ad esempio fornire tutte le informazioni degli strumenti ad automobilisti e piloti senza dover distogliere lo sguardo dal parabrezza o utilizzare il web e i videogiochi praticamente ovunque, senza necessità di ingombranti monitor.


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Si tratta comunque di risultati ancora preliminari e sono ancora numerosi i problemi da risolvere, a partire dall’alimentazione del circuito, che dovrebbe essere fornita da pannelli fotovoltaici tramite onde radio, e per la fragilità dei componenti. Di fatto le lenti sottoposte a sperimentazione sono provviste di circuiti e Led, ma non sono funzionali. Resta ancora da valutare la effettiva tollerabilità del dispositivo sull’uomo e le interferenze che le immagini virtuali possono determinare sul campo visivo normalmente percepito. I ricercatori sono ottimisti e fanno rilevare in proposito che sono stati adoperati materiali già ampiamente utilizzati in commercio per le lente corneali, in cui vengono inseriti strati di metallo spessi solo pochi nanometri con una procedura di autoassemblaggio: “l’obiettivo era quello di dimostrare che le nuova tecnologia è efficace e sicura e i risultati ottenuti sono molto promettenti”. Nei prossimi anni potrebbero essere disponibili le prime applicazioni della superlente nella vita di tutti i giorni, anche se non si può parlare di un vero e proprio occhio bionico in grado di risolvere problemi di cecità. Dall’Ospedale oftalmologico Quinte–Vingts di Parigi giunge invece l’annuncio di una sperimentazione di nuove protesi retiniche elettroniche, in grado di captare le immagini e di trasformarle in segnali elettrici che stimolano i neuroni della retina interna. L’impianto del dispositivo dovrebbe consentire una visione con migliore risoluzione rispetto alle tecnologie precedentemente utilizzate. Possono essere impiegate in pazienti con danno dei fotorecettori, ma che conservano la funzionalità dei neuroni della retina interna, come si verifica nella retinopatia pigmentosa. Restano esclusi invece i soggetti divenuti ciechi per glaucoma o per le complicanze della retinopatia diabetica, che presentano un danno di questa popolazione di neuroni. Sono disponibili due tipi di protesi di ultima generazione, una costruita negli Stati Uniti, che sarà utilizzata nell’Ospedale Quinte–Vingts, l’altra in Germania, che sarà testata presso la Fondazione Rothschild. Le nuove protesi giungono ad una risoluzione di una sessantina di pixel, rispetto ai sedici punti di quelle impiantate precedentemente. Si tratta anche in questo caso di prototipi sperimentali, che non sono in grado, allo stato attuale, di consentire una visione artificiale realmente efficace; i progressi delle biotecnologie sono tuttavia tali da lasciare aperta la speranza per almeno un gruppo limitato di pazienti non vedenti di poter un giorno riacquisire un certo grado di visione.

Relatore dell’articolo su http://www.sportcinema.it by Dr. Salvatore Troisi (Specialista in Oculista)




© 2008 Salerno 19 Febbraio 2008 by Mimmo Scafari


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La Lente Bionica, relatore by Dr. Salvatore Troisi (Spec. in Oculista)ultima modifica: 2008-09-13T14:06:00+02:00da airone2124
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