Sophia Loren – Movie Legends (3)
© girlouna
Abbiamo ceduto al suo fascino stellare e lei ha ceduto alla sua vera passione per la recitazione e per il cinema. È stato uno scambio equo. Noi le abbiamo donato la bellezza eterna da diva e lei in cambio ci ha resi fieri di essere italiani, facendoci sperare che tutti, persino una povera ragazza nata a Pozzuoli, possano arrivare dove sognano nelle notti più fredde e sotto i bombardamenti americani e tedeschi, ma se credono in loro stessi e solo se vogliono. L’abbiamo vista muovere i suoi primi passi da protagonista, quando truccatissima, cantò con la voce di Renata Tebaldi nel film di Clemente Fracassi Aida (1951). Non ci è bastata, avevamo ancora fame, l’abbiamo struccata e l’abbiamo voluta affiancare a uno dei divi maggiori sotto il fascismo italiano: Vittorio De Sica. Alessandro Blasetti ci aveva visto giusto nel 1954, quando li volle assieme per l’irresistibile commedia Peccato che sia una canaglia e lei, ancora poco sofisticata, ma simpatica, ci ha conquistato e ha conquistato anche il De Sica padre che, arrivato dietro la macchina da presa, non ha più potuto fare a meno di lei. Poi è venuta l’America a portarcela via. Cary Grant ha pensato di sposarsela in Un marito per Cinzia (1958), ma l’esperimento non è andato a gonfie vele, perché il meglio Sophia Loren lo ha dato solo in patria, quando arruffata, impolverata, nervosa ha convinto tutti ne La ciociara (1960) ottenendo il suo primo Premio Oscar. Guai a chi la giudica una pessima attrice! Oltre quelle forme 95-58-95, batte un cuore d’artista. Un cuore artistico che proprio il vecchio De Sica ha saputo risaltare e accalorare, regalandoci scene cult del nostro vecchio cinema. E chi se la scorda più quando in giarrettiera e body improvvisava uno strip sotto le note de “L’abat-jour” in Ieri, oggi, domani (1963)? Ed Ettore Scola che invece l’ha colta nel pieno della maturità artistica, con le occhiaie e poco truccata, durante Una giornata particolare (1977)? Chi se la dimentica mentre si concede all’omosessuale Marcello Mastroianni? Questi sono i volti di Sophia Loren. Una donna stracolma di virtù d’interprete, mitica e che ha fatto della sua abituale fama un vizio al quale non è mai riuscita a cedere. Straordinaria, famosa, con pochi rammarichi nella carriera artistica che ha mantenuto tutte le promesse fatte diventando il simbolo della forza, dell’erotismo, della violenza dell’Italia. Per noi, non è stato un colpo di fulmine, dobbiamo riconoscerlo. Ci è voluto un po’ di tempo perché in questa figura femminile sopra le righe riconoscessimo l’ultima star italiana che ha saputo controllare la sua immagine e la sua posizione faticosamente conquistata all’interno dello Star System italiano e straniero. Eppure, in quel suo sguardo ancora sognante e nel contempo gelido sono rimasti i segni della sua lotta e della costruzione di un personaggio di donna, moglie, madre, attrice che doveva avere tutto a ogni costo. Anche a spese di un contrasto irrisolto, ma felice, fra la Sofia napoletana verace che impasta sorrisi in una bocca senza rossetto e la carnalità di Sophia con la “PH ” aspirante, che è diventata l’ultima superstite di un’aristocrazia recitativa. Che rimane ora di quelle labbra burrose, di quegli zigomi alti e di quello sguardo penetrante? Solo una signora con troppa lacca nei capelli, ricoperta di gioielli che recita in un perfetto inglese, ma che è ancora in grado di cantare e di recitare come se dagli Anni Cinquanta a oggi fosse passato solo un secondo.
La pizzaiola nel film: L’oro di Napoli
La Loren, nel frattempo lavora con i migliori attori del cinema italiano: Alberto Sordi – È arrivato l’ accordatore (1952), Ci troviamo in galleria (1953), Due notti con Cleopatra (1953), Un giorno in pretura (1954, anche con Peppino De Filippo) -; Vittorio Gassman – Anna (1951) di Alberto Lattuada con Silvana Mangano, Il sogno di Zorro (1952), La tratta delle bianche (1952) di Luigi Comencini -; Tina Pica e Vittorio Caprioli – Carosello napoletano (1954) -. Ma è solo un uomo a darle ruoli che la valorizzeranno in ironia e sensualità trasformandola d’un tratto in un’attrice vibrante, passionale e drammatica: Vittorio De Sica. De Sica ce la propone prima come prorompente pizzaiola traditrice nel segmento Pizze a credito in L’oro di Napoli (1954), nel quale dirige anche la Mangano e Totò. L’America si innamora sia della Mangano che di lei, ma è solo Sofia ad avere la candidatura al Golden Globe come miglior attrice.
© escoladepizzaiolo – donniedario
Sophia Loren e il sogno americano
Le pellicole italiane nelle quali recita fanno il giro del mondo, arrivano gli Anni Sessanta, quelli della Dolce Vita, Hollywood si sdoppia: un po’ in America e un po’ a Cinecittà. La Loren diventa il perfetto simbolo di questa unione. Lavora accanto a Cary Grant e Frank Sinatra in Orgoglio e passione (1957), sotto Henry Hathaway e con John Wayne in Timbutcù (1957), in Orchidea nera (1958, ottenendo anche la Coppa Volpi come miglior attrice), con Anthony Perkins in Desiderio sotto gli olmi (1958), con William Holden in La chiave (1958), ancora con Grant in Un marito per Cinzia (1958), per George Cukor in Il diavolo in calzoncini rosa (1960), con Michael Curtiz in Olympia (1960) e accanto a Clark Gable in La baia di Napoli (1960). Sono i suoi film peggiori, senza ombra di dubbio. La Loren diventa un semplice burattino italiano nelle mani degli americani, fra l’altro pessimamente manovrato. Per di più viene anche derubata durante le riprese de La miliardaria (1960) con Peter Sellers (che per lei si prese una cotta mostruosa). Il ladro Ray Jones, soprannominato “The Cat” le rubò dei gioielli per un valore di circa due miliardi di vecchie lire e poi, non contento, narrò l’impresa in un libro. Forse uno degli ultimi ben riusciti film americani di Sophia Loren rimane El Cid (1961) di Anthony Mann con Charlton Heston, Raf Vallone, Geneviève Page e Massimo Serato. Suo è il ruolo di Donna Jimena De Gormaz che innamorata del Cid vede suo padre morire per la mano di un cavaliere del quale era innamorata e si chiude nel convento per disperazione. È fulgida più che mai, ma non è abbastanza.
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We have succumbed to her charms and her star has succumbed to his true passion for acting and film. It was a fair exchange. We have won the eternal beauty of a diva and she in return has made us proud to be Italian, making us hope that everyone, even a poor girl born in Pozzuoli, where dreams may come in the colder nights and during the bombing American and German but if they believe in themselves and if they want. We saw it take its first steps as a protagonist, when truccatissima, sang with the voice of Renata Tebaldi in Aida movie Clemente Fracassi (1951). There was enough, we were still hungry, we make-up and we wanted to assist one of the major stars under Italian Fascism: Vittorio De Sica. Alessandro Blasetti it was right in 1954 when they took together to the irresistible comedy Pity She’s a rogue and she still unsophisticated, but nice, we won and also won the De Sica’s father, got behind the camera camera, he could no longer do without her. Then came America to take away. Cary Grant has decided to marry him in Houseboat (1958), but the experiment did not go very well, because the best Sophia Loren gave him only at home, when ruffled, dusty, nervous convinced everyone Two Women (1960) got his first Oscar. Woe to him who judges a bad actress! Apart from those forms 95-58-95, beats the heart of an artist. An artistic heart that the very old De Sica was able to stand and too passionate, giving us scenes of our old cult movies. And who forget the garter and body more time to improvise a strip under the notes of “L’abat-jour” in Yesterday, Today and Tomorrow (1963)? Ettore Scola, and that instead he caught in the middle of artistic maturity, with dark circles and little makeup, while A Special Day (1977)? Who forgets while granting homosexual Marcello Mastroianni? These are the faces of Sophia Loren. A woman overflowing with virtues as an interpreter, a mythical and that made his fame a regular habit which has never failed to give way. Extraordinary, famous, with few regrets in the career that has kept all its promises to become the symbol of strength, eroticism, violence in Italy. For us, it was not love at first sight, we must recognize it. It took a bit ‘of time because this female figure out of line we recognize the last Italian star who was able to control his image and his hard-won position in the Star System Italian and foreign. Yet, in his dreamy gaze still remained cold while the signs of his struggle and the construction of a figure of a woman, wife, mother, an actress who was to have everything at any cost. Even at the expense of an unresolved conflict, but happy in the true Neapolitan Sofia smiles that mixes in a mouth without lips and the carnality of Sophia with “PH” hood, which has become the last survivor of an aristocracy of acting. What now remains of those buttery lips, those high cheekbones and piercing eyes that? Only a woman with too much hairspray in her hair, covered with jewels which reads in perfect English, but is still able to sing and recite as if from the Fifties to the present had passed only one second.
The pizza maker in the Movie: The golg of Naples
The Loren, meanwhile working with the best actors of Italian cinema: Alberto Sordi – I Has Arrived l’Tuner (1952), We Find Ourselves of Gallery (1953), Two Nights With Cleopatra (1953), A Day in the District Court (1954, also with Peppino De Filippo) -; Vittorio Gassman – Anna (1951) with Silvana Mangano, Alberto Lattuada, The Dream of Zorro (1952), The White Slave Trade (1952) by Luigi Comencini -, Tina Pica, Vittorio Caprioli – Carousel Neapolitan ( 1954) – But it’s just a man to give her roles that enhance the irony and sensuality of a sudden turning into an actress vibrant, passionate and dramatic: Vittorio De Sica. De Sica presents it first as a traitor in tomato sauce bursting segment on credit Pizza in The Gold of Naples (1954), in which he also directs the Mangano and Toto. America fell in love with both of Mangano and her, but Sofia is just to have the Golden Globe nomination as best actress.
Film: La Ciociara – Ing (1960)
© RikkiRichard2
Sophia Loren and the American Dream
The Italian films in which states go around the world, came the Sixties, as the Dolce Vita, Hollywood splits: a bit ‘in America and a bit’ in Cinecittà. Loren is a perfect symbol of this union. Work alongside Cary Grant and Frank Sinatra in Pride and the Passion (1957), in Henry Hathaway and John Wayne in Timbutcù (1957), in the Black Orchid (1958, earning the Coppa Volpi for Best Actress), with Anthony Perkins in Desire Under the Elms (1958), with William Holden in The Key (1958), again with Grant in Houseboat (1958), by George Cukor in Heller in Pink Tights (1960), by Michael Curtiz in Olympia (1960) and next to Clark Gable in It Started in Naples (1960). It’s his worst film, without a doubt. Loren becomes a mere puppet in the hands of Italian Americans, among other badly handled. To be even more robbed during the filming of The Millionairess (1960) with Peter Sellers (which for her took a monstrous crush on). The thief Ray Jones, nicknamed “The Cat” stole her jewelry worth about two billion lire and then, not content, the company told in a book. Perhaps one of the last very successful American films of Sophia Loren is El Cid (1961) Anthony Mann Charlton Heston, Raf Vallone, Genevieve Page and Massimo Serato. His is the role of Donna Jimena De Gormaz that love of the Cid saw his father die by the hand of a knight to whom she was in love and ends in the convent of desperation. It is more brilliant than ever, but not enough.
Film: Aida – Ita (1951)
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Continua… (4)
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Articolo postato da M. Scafuri sul blog di sportcinema.it nella categoria: F&F – Le biografie delle grandi attrici, Salerno lì 5 gennaio 2011, (Italy) – http://www.sportcinema.it