Terremoti e le reti di sorveglianza del “Radon” una metodologia relativamente contenuta che potrebbe rivelarsi però utile per la salvezza di vite umane – Terremoto Abruzzo: Giampaolo Giuliani “Si poteva prevedere”

Terremoti e le reti di sorveglianza del “Radon” una metodologia relativamente contenuta che potrebbe rivelarsi però utile per la salvezza di vite umane

Terremoto Abruzzo: Giampaolo Giuliani “Si poteva prevedere”


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Informazioni sul video: Terremoto Abruzzo – Giampaolo Giuliani “Si poteva prevedere”, Giampaolo Giuliani, ricercatore dei laboratori del Gran Sasso, aveva lanciato l’allerta, scatenando la psicosi: «Ci sarà un sisma disastroso». Ripreso da Bertolaso e denunciato per procurato allarme. Autore del video eseguito sulla piattaforma YouTube dall’autore by VeroWeb dur. 2:00 del 6 aprile 2009.



A parecchi chilometri sotto la nostra crosta terrestre dove giacciono i materiali e le rocce fuse che contengono peraltro uranio 238, nell’ordine di 1 a 2 gr per tonnellata per i basalti e le andesiti, in quantità superiore per i materiali fusi (lave differenziate). Per disintegrazione radioattiva, l’uranio da luogo a tutta una serie di elementi radioattivi, tra i quali il radio, e suo “figlio”, il radon l’ultimo della serie, che è un isotopo stabile del piombo. Il magma non contiene a priori più radon delle lave sovrastanti se è della stessa natura magmatica. Inoltre, il periodo di decadimento del radon e di 3,65 giorni, il che significa che ogni 3,65 giorni la metà del radon scompare per disintegrazione se esso è separato dal suo “elemento padre”, in questo caso il radio contenuto nei materiali fusi della nostra crosta (magma), dunque, se i gas impiegano più di una quindicina di giorni per arrivare in superficie, il radon “magmatico” non è praticamente misurabile. Allora perché il radon? Per quattro ragioni: perché esso è radioattivo e facilmente misurabile con le tecniche moderne; perché è ovunque presente nel sottosuolo; perché il vapore acqueo e l’anidride carbonica che fuoriescono dalla spaccature della nostra crosta terrestre dopo gli scontri delle nostre zolle tettoniche, che lo trasportano verso la superficie, e infine perché non è possibile, con i mezzi attuali, misurare in maniera permanente vapore acqueo e anidride carbonica! Circa quarant’anni or sono, alcuni ricercatori russi dimostrarono che si verificava un aumento della percentuale di radon nelle sorgenti vicino ai vulcani e durante i tremori dovute a scosse di terremoti dovuti ai cozzamenti delle placche terrestri. Per molti anni i ricercatori si sono interessati poco a questo metodo (in Italia non viene proprio considerato tale teoria dai nostri geologi e ricercatori), tranne che dal gruppo di ricerche di Giampaolo Giuliani che peraltro non è un tecnico della protezione civile, o ricercatore, ma solo uno che si è dato allo studio di questa ricerca e che nessuno a creduto nell’ambito di una previsione a breve di una forte scossa tellurica è in una zona ben circoscritta. Tuttavia alcune equipe vi si sono applicate con un sistema che, benché semplice nel suo principio, era abbastanza oneroso da mettere in pratica. Una pellicola sensibile ai raggi alpha del radon era piazzata nel suolo, ritirata e sostituita ogni quindici giorni. La pellicola, una volta sviluppata, era opportunamente trattata per poter contare, per unità di superficie, il numero di tracce alpha. Questo sistema di precisione prendeva in considerazione l’emanazione del radon in un lungo periodo di tempo, e non poteva dunque servire alla previsione in tempo reale. Esso è stato tuttavia molto utile per la ricerca e la convalida del metodo. Dobbiamo attendere l’inizio di trent’anni dopo, con l’evoluzione della tecnologia, per disporre di sonde suscettibili di compiere misurazioni in maniera continua. Le sonde sono costituite da un diodo al silicio; un raggio alpha che arriva sul diodo è trasformato in un impulso elettrico che è poi preamplificato e amplificato con l’ausilio di un sistema elettronico appropriato. Il numero di impulsi, calcolati secondo un tempo di conteggio scelto in funzione dell’attività del sottosuolo interessato, da qualche minuto a qualche ora, è archiviato in memoria è inviato telemetricamente all’osservatorio collegato. La scelta del sito di impianto si compie in seguito ad una manifestazione in atto da diverso tempo per monitorare il sottosuolo e compiere in seguito gli studi da eseguire sul terreno: si cercano, in un periodo di calma, le zone in cui la diffusione del radon e dell’anidride carbonica è massima. Quando il sito è ben determinato, la sonda è piazzata in un tubo di plastica a circa un metro di profondità. L’infrastruttura (batterie e pannelli solari) è simile a quella delle stazioni geofisiche. La migliore registrazione di un picco di radon è quella che viene preceduto prima dei quattro o cinque giorni prima della movimentazione tellurica o cataclisma di distruzione della zona che deve essere colpita; guarda caso un fatto similare capitato proprio a Giampaolo Giuliani del quale aveva avvertito per tempo di una precipitazione degli eventi distruttivi tra Sulmona e l’Aquila, previsioni date, non credute e poi veramente accadute. Il tasso di conteggio dei raggi alpha del radon in questi picchi è da mille a un milione di volte superiore al “rumore di fondo” per unità di tempo scelto. Come per gli altri metodi, è necessario, anche in questo caso, conoscere bene il rumore di fondo che dovrà essere eseguito da un tecnico ben preparato per questo osservatorio. Infatti, quest’ultimo è sensibile alla pressione atmosferica, alla pioggia, ai temporali ecc. Poiché il costo di queste stazioni è relativamente contenuto di fronte ai costi di una emergenza di soccorso umanitario per trarre in salvo vite umane e soccorsi ai feriti per danneggiamenti fisici, si potrebbe disporre in luoghi appropriati un considerevole numero di rilevatori e ottenere così non solo una vista globale della degassazione diffusa sui luoghi più a rischio di terremoti che potrebbe essere in grado di individuare un avvenimento convulsivo della suolo terrestre. Poiché la spinta del radon non è uniforme su il luogo da monitorare in relazione alla sua localizzazione dell’iniziazione del sisma, è importante trovarsi sul posto giusto al momento giusto!


Informazioni sul video: Gianpaolo Giuliani aveva previsto il terremoto in Abruzzo deriso dalla protezione civile, complimentoni a questi veri criminali per la loro disinformazione e per il loro prendere in giro una persona che, in un certo qual modo, aveva previsto una catastrofe… verificatasi poi propria a l’Aquila, proprio pochi giorni dopo, non dico che era semplice agire in virtù di tali indicazioni, ma dargli retta invece di prenderlo per il culo ed appoggiare le sue ricerche e costruire strumenti come quelli che usa… sarebbe stato così da meno stupidi ed arroganti. Autore del video eseguito sulla piattaforma YouTube dall’autore by Ruby Sandeman dur. 2:51 del 6 aprile 2009.



Articolo postato sul blog di sportcinema.it http://www.sportcinema.it nella categoria: la patata bollente: Terremoto in Abruzzo; lì 8 aprile 2009 autore by alessio.101, Salerno.



Terremoti e le reti di sorveglianza del “Radon” una metodologia relativamente contenuta che potrebbe rivelarsi però utile per la salvezza di vite umane – Terremoto Abruzzo: Giampaolo Giuliani “Si poteva prevedere”ultima modifica: 2009-04-08T02:13:00+02:00da airone2124
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