(008) – Geo la natura intorno a noi: Celenterati ed Echinodermi (Parte 1) – Nella (Parte 2) allegheremo tutte le fotografie dell’articolo e le Clip della rete web


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GEO LA NATURA INTORNO A NOI

CAPITOLO 8

CELENTERATI ED ECHINODERMI


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   La classificazione rientra fra i compiti più ardui e più importanti delle scienze della natura; classificare, infatti, significa comprendere. Ma per classificare occorrono due cose: un gran numero di osservazioni, di dati di fatto empirici, e una teoria generale, un criterio, all’interno del quale sistemare i fatti osservati. Le due cose procedono insieme. Senza un’ampia messe di dati osservativi, ogni tentativo di classificazione risulta fatalmente impreciso o addirittura totalmente erroneo; tuttavia, anche nell’osservare bisogna sempre procedere a delle scelte, stabilire in certo modo a priori dei caratteri, dei punti di vista; un arido elenco «oggettivo» di una gran quantità di particolari rischia di essere altrettanto fuorviante quanto una classificazione arbitraria. È invece necessario privilegiare alcune caratteristiche, o del comportamento, o della struttura interna, o della forma esterna, e rilevare somiglianze, vicinanze, modificazioni. Le osservazioni successive si incaricheranno di confermare, oppure di confutare, il criterio adottato. Così, mediante successive correzioni della teoria in funzione delle osservazioni e delle osservazioni in funzione della teoria, si procede a continuare rettifiche che consentono punti di vista sempre più ampi e motivati.


Informazioni sul video: i fondali delle isole Pontine 1 questo clip forse supera anche le altre per qualità d’immagini e riprese subacque, ottimo montaggio video e sonoro, complimenti all’autore. Un film realizzato sulla piattaforma video.libero.it da by lanascitadiblusub dur. min. 3:52 del 28 dicembre 2008.


   È naturalmente che gli scienziati antichi assumessero per lo più criteri esterni nel classificare gli animali in genere e quelli marini in particolare; essi non possedevano strumenti di indagine più raffinati dei loro occhi; ignoravano perciò la fisiologia, la microbiologia, la genetica e tante altre conoscenze che, in alcuni casi, noi stessi possediamo da appena qualche trentennio. Ciò significa che, abbastanza spesso, le loro osservazioni non fossero valide; esse dovettero piuttosto trovare conferma e sistemazione in un contesto concettuale più ampio e più preciso. Definire tale contesto è peraltro un bel problema anche per gli scienziati dei nostri giorni i quali nondimeno godono, da oltre un secolo a questa parte, di un notevole vantaggio su tutti gli studiosi che li hanno preceduti: sanno che una classificazione non può e non deve essere statica, ma dinamica; essa non deve rispecchiare delle forme fisse e sempre ben definite (il che viene poi costantemente contraddetto dalla scoperta di forme ibride, a mezza via fra una specie e un’altra o addirittura fra un regno e un altro), ma uno sviluppo comprendente infiniti piccoli passaggi.


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Se ciò è vero in generale, lo è tanto più in riferimento agli animali marini, e in particolare a quel gruppo intermedio che sta fra i protozoi planctonici a suo tempo descritti e il grande gruppo dei pesci, delle balene, delle foche, dei trichechi, dei rettili marini, e via dicendo. Vogliamo alludere al gruppo degli invertebrati sui quali, non a caso, si è appuntata sempre più l’attenzione degli scienziati. Al livello meno evoluto del gruppo degli invertebrati abbiamo già incontrato le spugne che, come si disse, stanno appena sopra ai protozoi. Accanto alle spugne, tuttavia, c’è tutta un’altra serie di organismi viventi che sono raccolti sotto il nome comune di celenterati. Celenterato è una parola che deriva dalla composizione di due termini greci e significa «intestino cavo». Due sono infatti le caratteristiche che tutti i celenterati hanno in comune e che consentono appunto di classificarli come tali: la presenza di una cavità gastrica a due strati, intervallati da uno strato gelatinoso e la presenza di tentacoli con cellule urticanti.


Informazioni sul video: blu… mare alcune riprese eccezionali dei fondali con gli incontri di tutti gli abitanti del mare. Un film realizzato sulla piattaforma video.libero.it da by Il.respiro.del.Mare dur. min. 4:25 del 9 gennaio 2008.


Nei celenterati la cavità gastrica è pressochè tutto l’animale; si può descriverli come semplici sacchi viventi con un’unica aperture circondata da tentacoli. Così è ad esempio l’anemone marino che ingurgita ed espelle dallo stesso foro il cibo e i resti non digeriti di ciò che ha catturato. Questo animale non possiede cervello, ma solo una rete di cellule nervose; non possiede dunque neppure organi sensori, ma bisogna fare un’eccezione per i tentacoli, che sono sensibili ai sapori. È difficile immaginare un’organizzazione più semplice; essa è comune alle meduse, ai coralli, agli idrozoi e via dicendo. La struttura in questo caso è decisiva, mentre non ha importanza alcuna, ai fini della classificazione, se alcuni animali sono piccolissimi (come appunto gli idrozoi che sono minuscole protuberanze simili al muschio) e altri, in proporzione, giganteschi, come certe meduse di due metri di diametro con tentacoli lunghi 30 e persino 40 metri. I componenti dei celenterati possono allora volta presentare percentuali assai diverse nelle varie specie, senza che ciò modifichi naturalmente la classificazione. Così, ad esempio, lo strato gelatinoso dell’anemone marino è assai sottile, mentre nelle meduse rappresenta il 95 per cento di tutto l’animale, che fuori dell’acqua, infatti, si squaglia e si secca rapidamente. C’è piuttosto un’altra differenza, fra i celenterati, che va considerata con maggiore attenzione: alcuni di essi sono animali singoli e indipendenti, mentre altri si raggruppano in colonie di centinaia di migliaia di individui; è ad esempio il caso ben noto dei coralli pietrosi.


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Con i celenterati la vita ha compiuto chiaramente un primo decisivo balzo in avanti, durato probabilmente milioni e milioni di anni prima che madre natura imparasse a fare di meglio. Come spiegano alcuni scienziati dei nostri giorni, alcune specie di vegetali si trovarono un giorno nell’impossibilità di ricavare il nutrimento dall’ambiente con il tradizionale sistema della fotosintesi; incontrarono cioè sempre maggiori difficoltà ad autonutrirsi. A questo punto si svilupparono in modo da potersi nutrire di altre piante; svilupparono cioè quel sacco intestinale di cui si è detto. Così facendo esse diedero vita ad un nuovo regno della natura, quello degli animali, sebbene ad uno stadio così basso che a stento si poteva distinguerlo dal regno vegetale, mentre nulla ancora si poteva intuire, a quel livello, del brillante futuro dell’evoluzione della vita animale.


Informazioni sul video: mare le distese di mare infinito, delfini che galoppano sulle onde del mare, orizzonti spettacolari, questi sono video eccezionali ragazzi, senza togliere niente a nessuno ma siete tutti bravissimi anche nel fare i montaggi video. Un film realizzato sulla piattaforma video.libero.it da by into the wild dur. min. 3:13 del 24 settembre 2008.


Che strada dovesse prendere quel futuro ci è ancor oggi chiaramente testimoniato da un terzo gruppo di invertebrate marini, che si situano appena sopra le spugne e ai celenterati: il gruppo degli echinodermi, termine che significa «pelli spinose». La natura ha compiuto con essi due passettini essenziali e decisivi: ha fornito I suoi primitivi animali di una seconda apertura dalla quale espelle il cibo, e soprattutto ha aggiunto un terzo strato fra I due (esterno e interno) prima semplicemente divisi da una sostanza glutinosa o gelatinosa che dir si voglia. Questo strato intermedio dà origine ad un vero e proprio sistema muscolare, il che richiama subito il grande problema della locomozione.


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Sarebbe sbagliato ritenere che I celenterati e gli echinodermi si distinguano fra loro in quanto I primi sarebbero privi di quella locomozione della quale sarebbero invece forniti I secondi. Innanzi tutto gli anemoni marini, e persino alcune specie di spugne, possono strisciare lentamente sul suolo marino; le meduse poi hanno qualche virtù natatoria, anche se non sono in grado di opporsi alla corrente; per lo più esse si lasciano trasportare, sfruttando la leggerezza del loro peso, dovuta alla grande quantità di massa gelatinosa della quale, come si è visto, esse son composte. Ma anche fra gli echinodermi ci sono animali immobili, come ad esempio i gigli marini, o poco immobili, come i ricci di mare. In compenso essi comprendono la stella marina, che ci offre un primo esempio di locomozione vera e propria. Ogni braccio di una stella marina, infatti, possiede centinaia di ventose, collegate, mediante un canalicolo, ad altri più grossi canali pieni d’acqua che stanno all’interno del corpo; emettendo getti d’acqua; la stella marina si muove a piacere in ogni direzione; in più, la complessa struttura del suo sistema nervoso le consente di adoperare i tentacoli come rudimentali mani: con essi può catturare e aprire una cozza o un mollusco. Di fronte a questi movimenti non si può non pensare che la natura si stia finalmente sciogliendo dal grande torpore, dal grande sonno privo di conoscenza del mondo vegetale, anche se qui ci troviamo ancora agli inizi di una lunga storia.


Informazioni sul video: i fondali di Sharm Sheick, una bellissima ripresa dei fondali di Sharm Sheick dove potrete notare tutte le meraviglie del mare dagli animali e vegetali che popolano questo mare da favola. Un film realizzato sulla piattaforma video.libero.it da by ciccio751dgl dur. min. 4:25 del 5 ottobre 2008.


Nel prossimo capitolo parleremo di uno argomento: “Anelidi, Molluschi e Artropodi” come ad esempio lsi è discusso a lungo, e ancora invero si discute, se sia più utile, nel descrivere l’evoluzione del regno animale, riferirsi al concetto di struttura o a quello di funzione. Tutto ciò vi sarà svelato fra 2 settimane circa per la nuova puntata del mare e l’evoluzione della sua vita, dove allegheremo foto e filmati preparati da formidabili utenti del web, un arrivederci alla prossima settimana circa, ciao, Alex.


Articolo postato sul Blog di http://www.sportcinema.it in categoria: Scienza e Natura, l’argomento è stato tratto dai racconti: Negli Oceani editore Fermi, autore by Oscar Talassici, per tanto tutti i diritti restano riservati agli autori del libro.



(008) – Geo la natura intorno a noi: Celenterati ed Echinodermi (Parte 1) – Nella (Parte 2) allegheremo tutte le fotografie dell’articolo e le Clip della rete webultima modifica: 2009-02-11T01:31:55+01:00da airone2124
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