(026) – Natale per un giorno – La storia: Il presepe partenopeo (Prima parte) e due videoclip Silent Night


NATALE PER UN GIORNO

CAPITOLO − (026)



GESÙ È NATO


Informazione sul video: Natale per un giono − Placido Domingo (Silent Night), un video presentato da Ultra−Wite−Forever dur. min. 2:43.



IL PRESEPE PARTENOPEO

Prima parte


Durante il regno dei sovrani angioni, a Napoli furono fondati alcuni conventi ad opera dei francescani, i quali diffusero l’usanza del presepe. A discapito di amatori e collezionisti è andato perduto il presepe in legno multicolore, che la regina Sancia donò nel 1340 all’ordine delle Clarisse: unica superstite è la statuetta della Madonna, tenuta al sicuro nel museo di San Martino. Ebbe, una sorta più clemente quello in legno multicolore eseguito nel 1478 per la chiesa di San Giovanni a Carbonara da Pietro e Giovanni Alamanno, originari pare della Pianura Padana: delle originali quaranta statue a grandezza naturale che lo formavano, tra pastori ossequianti, sibille e profeti strategicamente disposti a completare il magico scenario, ne rimangono solo 19 statue. Nel cinquecento in piena controriforma furono i Gesuiti e i Teatini, appartenenti all’ordine di San Gaetano Thiene, a diffondere il presepe, tanto che chiese e conventi facevano a gara, per assicurarsi il presepe più bello, commissionato dai maestri costruttori dell’opera. Ai Gesuiti, deve essere riconosciuto il merito per aver introdotto nel presepe le statuine snodabili, le quali potevano essere disposte in molteplici forme, nonché di essere vestite con tessuti pregiati e rifinite con occhi di vetro e colori vivaci. Nel XVII secolo il presepe risentì dell’influsso barocco, dando molta importanza all’ambientazione della scenografia, con l’aggiunta di elementi laici e senza dubbio decorativi. È in questo periodo che s’incominciano a vedere nei presepi scene di mercato, taverne, botteghe, mentre si andava sviluppando un po’ alla volta anche l’ambientazione tra ruderi e templi classici in parte diroccati, scene appartenenti al XVI secolo, ma che avrebbero avuto il “Boom” nel XVII, fine ai nostri giuorni, seguendo anche la scia dei ritrovamenti avvenuti a Pompei e a Paestum. Nel seicento fù introdotto da Michele Perrone un manichino mobile interamente fatto di filo di ferro, ed inseguito rivestito di stoffa e rifinito nei minimi particolari, quali mani, piedi, occhi, dapprima intagliati nel legno, ma nel settecento il legno fù sostituito dalla terracotta. Il settecento fù il secolo d’oro per presepi napoletani, benché durante l’illuminismo, la razionalità delle persone tendeva a sminuire la connotazione sacra, favorendo la comparsa di molti personaggi e quadri scenici che poco avevano a che fare con la rappresentazione sacra.


Informazione sul video: Natale per un giono − Silent Night (Douce Nuit), un video presentato da Ultra−Wite−Forever dur. min. 3.29.



Racconti, Poesie e filmati sul tema di “Natale”, articolo assemblato nel sito di http://www.sportcinema.it di alessio.101. Il post è stato ricavato anche con il contributo di altri utenti che ringraziamo per la loro gentile collaborazione, Salerno 26 dicembre 2008


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(026) – Natale per un giorno – La storia: Il presepe partenopeo (Prima parte) e due videoclip Silent Nightultima modifica: 2008-12-26T00:29:28+01:00da airone2124
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