Salernitana: contro l’Albinoleffe potrebbe vedersi una formazione diversa, segue comunicato stampa Ultras No 1990 Solo per Salerno

La Salernitana di Mimmo Scafuri

SALERNITANA: CONTRO L’ALBINOLEFFE POTREBBE VEDERSI UNA FORMAZIONE DIVERSA, SEGUE COMUNICAZIONE ULTRAS

Prosegue in un clima di relativa tranquillità la preparazione dei granata in vista della difficilissima trasferta di Bergamo contro l’Albinoleffe. Gli orobici di mister Madonna sono alla ricerca della loro identità smarrita dall’inizio di questa stagione, dopo la beffa della mancata promozione nella massima serie, sfumata solo attraverso i play off. Inevitabile, quindi un avversario “arrabbiato” e caricato a mille per ottenere una vittoria, che darebbe morale alla squadra e permetterebbe di dare un po’ di ossigeno ad una classifica certamente impensabile alla vigilia. Di contro mister Castori deve, a tutti i costi, portar via un risultato positivo dallo stadio “Azzurri D’Italia”, non solo per un fatto personale, ma proprio perché bisogna, in un modo o in un altro, invertire la rotta e ritornare ad essere la squadra corsara di inizio campionato. Il tecnico di Tolentino non potrà contare sugli squalificati Pestrin e Russo, ma in compenso avrà a disposizione Barrionuevo, Grando e, finalmente, Soligo, che da ben dieci domeniche manca dai campi di gioco e la sua assenza si è fatta sentire moltissimo, soprattutto in quelle partite dove serviva la sua sagacia tattica ed il suo razionale senso di posizione in campo. Ovviamente i tre non hanno nelle gambe i 90 minuti, né tantomeno possono reggere il ritmo−partita, ma il trainer granata sembra intenzionato ad impiegarli, magari part − time, ma comunque buttarli nella mischia dall’inizio o in corso d’opera. Proprio il centrocampo è stato il reparto dove la Salernitana ha sofferto di più, con Pestrin tornato a disposizione solo da poco tempo e Tricarico stacanovista per caso, infatti il centrocampista si è trovato ad essere titolare inamovibile proprio per la penuria, o per meglio dire, per la scarsa validità delle alternative. Le soluzioni Russo, Giannone ed addirittura Kyriazis non si sono rivelate, purtroppo, vincenti e la squadra, inevitabilmente, non ha mai potuto avere il mano il pallino del gioco ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Con il ritorno di tutti gli effettivi, mister Castori può attuare un buon turn over e portare quei correttivi di cui la squadra ha bisogno, Soligo, infatti, potrebbe rappresentare anche una valida alternativa, non solo nella zona nevralgica del campo, ma anche sulle corsie esterne, specie in quelle gare dove il centrocampo va irrobustito con calciatori agonisticamente validi. Insomma la gara di Bergamo potrebbe realmente rappresentare la svolta in positivo del campionato, a Fusco e compagni il compito di far tornare il sorriso sulle labbra alla torcida granata, ansiosa di rivedere la “sua” Salernitana nelle zone di classifica che contano.

COMUNICATO STAMPA

ULTRA NO 1990 SOLO PER SALERNO!

Giocarci tutto in una sola partita? Concetto che ci piace poco, forse perché siamo abituati a metterci in discussione giorno per giorno. Perché, sin dall’inizio di questo tanto atteso campionato del ritorno in serie B (l’aspettavano tutti, no?), sapevamo a cosa andavamo incontro, come città, come curva e come squadra. Eppure, anche la tanto agognata stagione cadetta, rimpianta per tre anni che sembravano un’infinità, ha portato solo 5mila abbonati: dai 35mila di Salernitana−Pescara agli 8mila di sabato scorso contro il Rimini, come se due gocce d’acqua fossero in grado di frenare tutto d’un colpo l’amore e la passione che dominano le chiacchiere (troppe) dei tifosi delle grandi occasioni.

I numeri in sé c’interessano poco, perché non è mai stato da quelli che abbiamo misurato la nostra forza, l’attaccamento alla maglia e l’importanza che il nostro ruolo − come quello di tutta la tifoseria − riveste per una squadra chiamata a salvarsi. Già, a salvarsi e nulla di più. Chiedere altro è legittimo, ma non autorizza a distruggere la realtà e buttare tutto il resto nel cestino celandosi dietro le classiche frasi fatte dei denigratori di professione. A gennaio saremo i primi a pretendere, ma per ora in questa squadra ci crediamo, più o meno di altri dipende dai punti di vista, e la sosteniamo a prescindere: è la Salernitana, ci basta questo. Di allenatori della domenica (anzi, del sabato) ce ne sono anche troppi, pure nella curva dove talvolta anche lo sventolio d’una bandiera diventa fastidio (paradosso e realtà) per chi piuttosto che a cantare è dedito al “commento tecnico”.

E se in queste recenti e poco felici partite, ultima quella di sabato, la Nuova Guardia ha preferito cantare fino al novantesimo ed oltre anziché fischiare e contestare una squadra che proprio perché non fortissima e con gli uomini contati ha più che mai bisogno di non esser lasciata sola, è per una scelta ben precisa. Nel rispetto d’una coerenza che ci è sempre appartenuta, al contrario degli interessi che i “santoni” di internet (quelli che comandano la curva del web, dove per fortuna non piove mai) pure ci hanno ignobilmente attribuito. Incassiamo anche questo ed andiamo avanti, perché di piaceri non ne facciamo, né li vogliamo da nessuno, inseguendo l’unico interesse che dal 1990 perseguiamo, quello comune della tifoseria e della Salernitana.

Resta il rispetto per tutti, perché alla pluralità delle opinioni non ci siamo mai sottratti, né abbiamo la pretesa d’imporre una scelta che pure crediamo più giusta di altre. Rispettiamo chi vuol contestare ed al contempo l’invitiamo a riflettere, su una squadra che dopo sette anni è entrata tra le prime sedici di coppa Italia, restituendoci un derby con il Napoli che di questi tempi si sarebbe potuto giocare solo alla play−station (e che per intuizione dei geni che governano il nostro calcio si è giocato solo al San Paolo, alla faccia della logica), e che viaggia ancora ben lontana da quella zona bassa della classifica che fa tanta paura.

Rovinare tutto, oggi, per antipatia verso un dirigente, un allenatore o un calciatore − che domani o tra un anno andranno via, lasciando a noi tutti i guai − sarebbe oggi peccato imperdonabile. Ed allora, piuttosto che far chiacchiere fuori dalla realtà, guardiamola in faccia e facciamo il nostro dovere, dimostrando quella mentalità che per troppa gente è una “parola vuota”. E mentalità, ora, per noi significa sobbarcarsi altri duemila chilometri per essere a Bergamo e fare sino in fondo il nostro dovere, nella speranza che la squadra sappia onorare i nostri sacrifici. Saremo i soliti centocinquanta, certo, ma c’interessa poco. Agli altri diamo appuntamento all’altro venerdì: c’è Salernitana−Parma e, quella volta sì, immaginiamo saranno in tanti. Tempo permettendo.

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