(003) − Geo la natura intorno a noi: Pesci in movimento


GEO LA NATURA INTORNO A NOI

CAPITOLO 3

PESCI IN MOVIMENTO


Informazioni sul video: Pelagos.Tv: inferno o paradiso? È la WebTv italiana interamente dedicata al mare. Gratuita, indipendente, ricca di contenuti in italiano ed inglese, Pelagos.tv È una piattaforma video on demand focalizzata sul mare. I filmati sono realizzati da dilettanti e professionisti del settore documentaristico. Pelagos.tv si offre ad un utenza molto ampia e diversificata. http://www.pelagos.tv/videobox.html From: by pelagos.tv − Added: Novembre 23, 2007 − Durata 13’43

Consigli per una corretta visione dei videoclip: uno dei tanti inconvenienti che incontrano gli utenti è quella di non far caricare completamente il video, ogni film viene sempre criptato con codici interni da chi lo trasmette. Il consiglio che rilascio a tutti è quello di far caricare sempre il filmato, nel riquadro in basso a sinistra potrete notare una barra colorata che avanza fino a quando non vi indica il completo caricamento dello stesso; dopo aver ultimato questa fase molto importante potete avviare il filmato e buona visone.


non sarebbe certamente riuscito a sopravvivere senza le sue doti straordinarie di osservatore e senza la capacità di trar profitto dall’esperienza accumulata nel corso di molte e molte generazioni. Ciò è particolarmente evidente se si considera in che modo, fin dai tempi più antichi, le popolazioni rivierasche si sono attrezzate a sfruttare il patrimonio ittico per la loro alimentazione. Non soltanto l’uomo pescatore si familiarizzò con certe abitudini dei pesci, così da poter calcolare gli anni e le esche più adatte, cioè le migliori tecniche per avere successo; egli cominciò anche per tempo a riconoscere certe caratteristiche dell’ambiente marino in quanto essenziali per questa o quella specie, a cominciare, com’è ovvio, dalla temperatura. Ogni tipo di pesce, infatti, deve restare fra alcuni minimi e massimi per sopravvivere. La sardina, tanto per fare un esempio, non tollera un aumento superiore ai 20º centigradi, o un abbassamento al di sotto dei 12º. Dal tutto ciò prese anche le mosse l’osservazione sistematica del grande movimento dei pesci, alcune specie dei quali sono notoriamente migratici. Conoscere la distribuzione di un pesce attraverso i mari e le eventuali epoche di migrazione pone evidentemente il pescatore nelle condizioni più favorevoli per sorprenderlo in gran numero e per catturarlo in condizioni ideali. Naturalmente non è facile seguire il movimento dei pesci attraverso gli oceani. Prendiamo il caso del tonno cosiddetto mediterraneo: l’aggettivo indica quale fu il luogo ove esso veniva originariamente pescato e dove tuttora viene in effetti pescato in grande stile. Tuttavia, si imparò presto che, ovunque si riproducessero certe condizioni d’ambiente, il tonno poteva essere trovato; e lo si trovò, difatti, anche nell’Oceano Atlantico, al largo della Spagna e del Portogallo, e persino nell’Atlantico Boreale e al largo della California. Ci si avvide, inoltre, che fra tutti i pesci migratori il tonno era fra i più interessanti e attivi. Ma qual è l’esatto percorso seguito da questi robusti animali che spesso misurano oltre due metri e mezzo? Non era facile rispondere alla domanda e ci volle molta paziente osservazione e una notevole sagacia per ricostruire l’intero cammino della specie più comune. Si ricorse, fra l’altro, ad un singolare stratagemma: i pescatori dei vari paesi si accordarono per usare, nella pesca del tonno, ami ed esche differenti e caratteristici delle varie località di pesca. In tal modo, poiché non era infrequente il caso che qualche esemplare strapasse di forza l’amo e se lo tirasse dietro conficcato nella bocca, quando veniva finalmente pescato, si poteva osservare da quale località l’animale provenisse. Al calcolo si aggiunse il caso: tonni fiocinati nel Mare del Nord, al largo della Norvegia, erano riusciti a fuggire conservando la punta della fiocina nelle carni; molto più tardi vennero catturati nel Mediterraneo, presso la Sicilia, o al largo di Tunisi, ma la punta di fiocina tradiva la loro provenienza.


Informazioni sul video: Immersioni alle isole Fidji − Con il suo mare turchese e una fauna variegata, tartarughe di mare, squali, razze, e pesci muticolori , Fidji è la destinazione per gli amanti dell’mondo sottomarino. From: by TraveltheWorld − Added: Ottobre 14, 2008 − Durata 1’51

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Con infinita pazienza si ricostruì con l’intero percorso dei tonni e le loro abitudini, fra le quali una, come vedremo, piuttosto enigmatica. I tonni depongono le uova nel Mediterraneo occidentale, in punti abbastanza precisi: lungo le coste della Sicilia, della Sardegna e della Tunisia e al largo di Gibilterra e delle Azzorre. Quindi migrano in grandi branchi verso Nord. Ma tale migrazione, che si concluderà nelle acque del mare del Nord, segue una via piuttosto singolare. I tonni girano a occidente dell’Inghilterra, superano da settentrione la Scozia, attraversano il tratto di mare sino alla Norvegia e infine si gettano appunto nel Mare del Nord. Sorge spontanea una domanda: perché questo lungo giro? Perché non sfruttano, come sarebbe logico, il Canale della Manica? Non ci sono ragioni di temperatura o di ambiente marino che spieghino questa assurda digressione verso Ovest. Il problema non ha ancora trovato soluzione sicura, ma si sono formulate due ipotese, entrambe plausibili. La prima dice che il tonno, per la sua lunga e difficoltosa migrazione, ha scelto la stessa strada del plancton che accompagna la Corrente del Golfo o Corrente dell’Atlantico settentrionale, la quale infatti non attraversa la Manica, ma circumnaviga al Nord la Scozia; è chiaro che i tonni, tenendosi vicino ad una ricca riserva di plancton, trovano con maggior facilità quei pesci più piccoli dei quali si nutrono e che a loro volta si nutrono si plancton. La seconda ipotesi è ancor più suggestiva; essa ci ricorda che i tonni seguono seguono questo cammino migratorio da decine e forse centinaia di migliaia di anni, mentre il canale della Manica ha un’età molto più recente: si calcola che esso abbia incominciato a separare le isole britanniche dal continente (al quale erano prima unite, facendo con esso tutt’uno) solo poco più di diecimila anni fa. Nessuno, com’è chiaro, si preoccupò di avvertire i tonni dell’avvenuto fenomeno sismico, ed essi, ignorando la possibile scorciatoia, continuano testardi a seguire l’antico percorso dei loro antenati, sicuri di giungere, prima o poi, alla Norvegia. Qui poi troviamo un’importante organizzazione di pesca che li decima, ma nemmeno ciò li ha indotti mai a desistere dalle loro ancestrali abitudini. I tonni non sono stati naturalmente i soli pesci ad esser seguiti da presso nei loro movimenti migratori. I pescherecci si sforzano di appostarsi nei luoghi più favorevoli, specialmente là dove i pesci si riproducano e sono proprio per ciò più facilmente catturabili.


Informazioni sul video: L’oceanario di Lisbona − il più grande acquario d’Europa. La vasca centrale contiene 7 milioni di litri d’acqua. Riproduce gli ambienti oceanici del pianeta From: by corvulo − Added: Marzo 3, 2007 − Durata 2’22

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Da molto tempo, ad esempio, i pescatori inseguono le sardine dal Golfo di Biscaglia sino alla Manica e viceversa, poiché questo cammino, dal Sud a Nord e ritorno, è quello che esse seguono nell’annuale migrazione riproduttiva. Del tutto diverso è il tipo di comportamento dello sgombro, che segue due tipi di movimenti migratori: uno dall’alto verso il basso e un altro in direzione del Sud dell’Irlanda. Alla fine di ottobre, infatti, gli sgombri scompaiono dalla superficie del mare e scendono in profondità; qui rimangono sino alla fine di dicembre, come nascosti nelle fosse marine; poi si diffondono in ogni direzione, ma sempre restando sul fondo del mare, ove si cibano di piccoli animaletti, vermi, gamberetti e così via. Solo all’inizio di gennaio successivo risalgono alla superficie e iniziano la grande migrazione verso l’Irlanda, nel corso della quale si accoppiano. All’inizio dell’estate le femmine depongono li uova, sino a mezzo milione complessive; e le uova, quasi memori delle abitudini dei loro genitori, cominciano a loro volta ad alternare il galleggiamento di superficie dei primi due giorni, con una successiva collocazione a mezza via, tra fondo e superficie, per scendere infine, dopo altri giorni, sul fondo dell’oceano, sino a quando non nasceranno i nuovi individui. Naturalmente i pescatori tengono buon conto di queste successive scomparse e ricomparse dello sgombro e lo attendono al varco nei mesi e nelle località in cui soltanto è possibile incontarlo.


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Altri episodi del mare… continua sull’articolo (004), intitolato: L’epopea delle Anguille, un arrivederci da Alex.

Articolo del 21 ottobre 2008 postato da Alex, l’argomento è stato tratto da: Negli Oceani editore Fermi, autore by Oscar Talassici, per tanto tutti i diritti restano riservati agli autori delle singole categorie.


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(003) − Geo la natura intorno a noi: Pesci in movimentoultima modifica: 2008-10-21T01:28:38+02:00da airone2124
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