San Giuseppe da Copertino: quel fraticello che volava che non voleva saperne della legge di gravità


San Giuseppe da Copertino: quel fraticello che volava che non voleva saperne della legge di gravità In allegato il videoclip: Il Santo dei voli


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Manca ormai poco per le vacanze estive, infatti fra qualche mese partirò insieme alla famiglia per breve soggiorno all’estero, e precisamente in Austria, Budapest ed infine una visita con toccata e fuga in Romania per giro turistico di questa nazione organizzato da un Tour Operetor del luogo. Quando ritornerò dal viaggio soggiornerò, poi, alcune settimane in un paese poco lontano da Potenza lontano dal chiasso cittadino per rilassarci un po’ dai ritmi logoranti della città con lunghe passeggiate in collina. Prima d’intraprendere questo viaggio voglio raccontarvi una storia di un Santo ballerino che in vita non aveva molto tempo di stare sulla terra ferma, ed infatti nei righi successivi andremo a scoprire di chi si tratta, nel racconto c’è allegato un ottimo Clip che ritrae sommariamente la storia di quest’uomo strano e misterioso, un arrivederci a tutti da Alex.

Difficilmente la santità non offre aspetti di umorismo anche se essi si fondono insieme con il dono spirituale del buon samaritano che è la nota costante dei santi, nel non veder riconosciuta la grandezza della bontà di Dio in questo mondo. Leggete la vita divertente di San Giuseppe da Copertino, il santo che non voleva saperne della legge di gravità, e sul più bello, convocato per un processo canonico dai suoi austeri inquisitori che lo stavano guardando dall’alto in basso, li costringeva a tirare il naso in su, perché volava su di loro di qualche metro, quanto lo permetteva il soffitto della sua stanza e di là dava risposte. Così è stato definito il santo dei voli. È anche il santo di cui sono devoti gli studenti e, in particolare, gli esaminandi; la sua festa è il 18 settembre. Amico degli studenti, forse perché la scuola fu una croce anche per lui e doveva faticare per farsi riconoscere quel poco che il cervello aveva potuto apprendere (sarebbe bastata la sua saggezza di santo con miracoli!), ce ne voleva… Era nato a Copertino, nella Puglia, il 17 giugno 1063. La sua famiglia era indigente di tutto, eccetto che di onestà e religiosità. Piccino, cominciò a frequentare la scuola, ma le continue infermità lo costringevano lontano per mesi e per anni: cosa avrebbe potuto cambiare? Grandicello, lo misero a lavorare: ma anche qui, denutrito com’era, mancava di concentrazione e di forza; il principale non era soddisfatto. E poi, chissà donde quelle distrazioni? Forse lo Spirito Santo che abitava in lui già gli diceva: «Gioca con me, non preoccuparti…». Infatti fu ispirato a chiedere di entrare tra i Minori conventuali presso i quali aveva due zii frati. Non lo accolsero, lo giudicarono un somarello e scrissero sulla scheda: per troppa poca lettura. Lui disse: «San Francesco mi capirà certamente e mi permetterà di seguirlo, o conventuale, o minore, o cappuccino…». Provò, infatti, con questi, e riuscì a indossare l’abito e ad assumere il nome di fra’ Stefano da Copertino. Macchè: a metà noviziato, dimesso per inettitudine. Si aggrappò allora ai due zii, paterno e materno, francescani conventuali. Il primo se ne lavò le mani perché non voleva impicci; il secondo, per dargli una mano, si raccomandò al sacrestano del conventino della Grottella e riuscì a fargli mettere piede in convento: ma come semplice terziario, addetto ad umili faccende di casa, senza tonaca…/font>


Descrizione del video: Il Santo dei voli , immagini da Copertino (Puglia) festa in onore di San Giuseppe da Copertino, autore del Clip tore57.


L’abito glielo permisero a metà del 1626 e, certo per la sua santità, il 18 marzo 1626, per le vie della Provvidenza, fu ordinato anche sacerdote. Incominciò a girare di convento in convento e, intanto, penitenze e digiuni. Il 4 ottobre 1630 la prima levitazione: in carne ed ossa si sollevò da terra e rimase sospeso. Cominciarono le croci vive, come le chiamava lui. Gente che viene a sapere, s’incuriosisce e accorre, inquisitori che si mettono in allarme. Viene convocato al tribunale inquisitorio di Napoli a rispondere. I giudici lo interrogavano e per tutta risposta Giuseppe vola per aria. Cosa fare casa non fare, interviene il Sant’Uffizio di Roma, discute il caso dinanzi a Urbano VIII: assoluzione! Assoluzione sì, ma obbligo di domicilio coatto, «segregato dalla gente», nel sacro convento di Assisi; anche là si verificano voli frequenti in cella, fino a che arrivò l’ordine del Sant’uffizio il 19 luglio 1653: trasferimento d’urgenza nel collegio cappuccino di Pietrarubbia nelle Marche, vietato parlare, vietato scrivere e ricevere lettere. Unica cosa non vietata perché inutile vietarla: sollevarsi in volo! Lo Spirito Santo aveva accesa quella fiamma e la fiamma, per sua natura, tende in alto, anche a voler spingere la torcia verso il basso, direbbe sant’Agostino. Cosicché tutte le Marche e la Romagna, intorno al convento, volevano vedere il frate che volava. Di nuovo Alessandro VII, il 12 giugno 1656, decreta la restituzione del Copertino ai suoi confratelli di Osimo; dove volò a Dio definitivamente il 18 settembre 1663.


«A tutti i guardiani delli frati minori!…
Ben sapete che ci sono realtà che,
davanti al Signore sono altissime e sublimi,
ma agli occhi degli uomini sembrano vili e spregevoli».
(San Francesco d’Assisi, Ai guardiani dei Frati Minori)


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San Giuseppe da Copertino: quel fraticello che volava che non voleva saperne della legge di gravitàultima modifica: 2008-07-11T01:40:00+02:00da airone2124
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