(LApg-010) – 8 marzo 2010, oggi e la festa delle donne – Ritorna come sempre ogni anno puntuale questo magico anniversario il giorno più bello per le donne


Descrizione della foto:, nella rappresentazione fotografica, questa pianta o/o fiore, può esprimere un significato carino in questo giorno a loro dedicato, forza uomini, mariti, ragazzi un pizzico di romanticismo non guasta mai!


Informazioni sul video: 8 marzo 2010 festa della donna, auguri a tutte le donne, – 8 Marzo 2010 Festa della donna, auguri a tutte le donne da NAN@*.

© Blondevalentine – YouTube


Le poesie dedicate a ” Te “

Passo il tempo a pensare
quali parole scegliere
per raggiungere il tuo cuore
come sfiorare la tua pelle
come sciogliermi nel tuo abbraccio…
ed è già giorno
mio amore
e tu non sei con me.
anche stanotte
ho solo sognato.


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Si sveglia la città incantata!
Gnomi e Fate
rivestono le mura
con fiori di Mimose.


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Oggi è l’Otto Marzo,
e il distratto Cavaliere
ritorna Azzurro Principe.


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Arrogante guascone,
sguaina l’ipocrisia.
Sciorina frasi d’amore,
in sofferta postura,
alla Donna del cuore.


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Gioite Donne!
Almeno in questo giorno
l’altra metà è tornato,
con fasci di Mimose,
ancora innamorato.


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Gioite con il cuore,
pur se è poca cosa,
tornare Azzurro Principe
nel giorno della festa,
dinnanzi alla sua Rosa.


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Siate felici Mamme,
Sorelle, Figlie, Amanti,
l’ipocrita di un giorno
monta il cavallo bianco.


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Stammi ad ascoltare
Tu muta sentinella delle mie notti
Stammi a gurdare
sorda non sei nel raccogliere le mie parole.
Con dolcezza accoglimi e confondimi col tuo bagliore
affinchè non vedano i miei occhi
e non si ferisca il mio cuore.
Cullami nelle notti tranquille
tra aliti di vento e odore di rugiada
affinchè dal mio sogno si desti
la volontà nuova.


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Informazioni sul video: Festa della donna, 8 marzo 2010 e per sempre, – Non solo un giorno di festa ma di ricordo per sempre. Autore del video by Tootamon del 2 marzo 2010.

© Tootamon – YouTube


Queste poesie sono state dedicate a voi donne sconosciute di questo mondo. Vi sono piaciute? A me sì! Sembrano tutte belle e carine scritte con sentimento e amore per ricordare un giorno tanto importante di quest’anno e di tutti gli altri anni che verranno. Oggi in questo giorno il vostro “Principe guascone” sguaina l’ipocrisia, sciorina frasi d’amore, in sofferta postura, alla donna del suo cuore con fasci di Rose e di Mimose”, ancora sempre più innamorato!


Le origini della festa della donna


Le origini della festa della donna sono molto varie e controverse, una sua possibilità è che la sua istituzione risalga al lontano 1910, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. L’unica data certa è l’8 marzo 1917 quando alcune operaie dell’ex regime russo manifestarono contro la guerra e la mancanza di cibo. Nel nostro paese l’Italia è molto diffusa una storia che fa risalire l’origine della festa in relazione ad un grave incidente avvenuto negli Stati Uniti d’America per l’incendio dell’industria tessile Cotton. Questa storia è un falso storico accertato che fu elaborato dalla stampa comunista ai tempi della guerra fredda, creando così la leggenda. Secondo questa storia ritornando qualche anno indietro nel 1908 a New York, alcuni giorni prima dell’8 marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per portare alla pubblica opinione per le condizione di disumane per in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Questa storia prende spunto da un reale fatto di cronaca, un incendio avvenuto nel 1911 (quindi dopo, e non prima della tradizionale data di nascita della festa, il 1910), a New York, nella Triangle Shirtwaist Company. Le lavoratrici non erano in sciopero, ma erano state protagoniste di una importante mobilitazione, durata quattro mesi, nel 1909. L’incendio, per quanto le condizioni di sicurezza del luogo di lavoro abbiano contribuito non poco al disastro, non fu doloso. Le vittime furono oltre 140 , ma non furono tutte donne, anche se per il tipo di fabbrica erano la maggior parte. I proprietari della fabbrica si chiamavano Max Blanck e Isaac Harris, vennero prosciolti nel processo penale ma persero nella causa civile. Ma soprattutto l’8 Marzo non ha nulla a che fare né con lo sciopero che (iniziò il 22 Novembre) e né con l’incendio (avvenne il 25 Marzo). Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia. Questo triste accadimento, ha dato il via negli anni immediatamente successivi ad una serie di celebrazioni che i primi tempi erano circoscritte agli Stati Uniti e avevano come unico scopo il ricordo della orribile fine fatta dalle operaie morte nel rogo della fabbrica. Successivamente, con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste per le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alla condizione sociale, la data dell’8 marzo assunse un’importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il proprio riscatto. Ai giorni nostri la festa della donna è molto attesa , le associazioni di donne organizzano manifestazioni e convegni sull’argomento, cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi che pesano ancora oggi sulla condizione della donna, ma è attesa anche dai fiorai che in quel giorno vendono una grande quantità di mazzettini di mimose, divenute il simbolo di questa giornata, a prezzi esorbitanti, e dai ristoratori che vedranno i loro locali affollati, magari non sanno neanche cosa è accaduto l‘8 marzo del 1908, ma sanno benissimo che il loro volume di affari quella sera saranno innegabilmente vantaggiosi. – (Traslation in English) The origins of the celebration of women are very different and controversial, its possibility is that its creation date back to 1910 when, just days before that date, in New York, the Cotton Textile Industry Workers went on strike to protest against terrible conditions in which they were forced to work. The only certain date is the ‘March 8, 1917 when some workers of the former Russian regime demonstrations against the war and lack of food. In our country, Italy is a very common story that traces the origin of the festival in relation to a serious accident happened in the United States of America for the burning of the textile industry Cotton. This story is a false history that was prepared by the established Communist press in the days of the Cold War, creating the legend. According to this story back a few years back in 1908 in New York, a few days before 8 March, the workers of the textile industry Cotton went out on strike to bring public opinion to the inhuman condition in which they were forced to work. The strike lasted for several days, until March 8, the owner Mr. Johnson, blocked all the doors of the factory to prevent workers leaving. At the building was set on fire and killed 129 workers trapped inside burned by the flames. This story is inspired by a real piece of news, a fire in 1911 (hence after, not before the traditional date of birth of the festival, 1910), in New York in the Triangle Shirtwaist Company. The workers were on strike, but were the stars of a major mobilization, which lasted four months in 1909. The fire, as the security conditions of the workplace have contributed greatly to the disaster, was not intentional. The victims were over 140, but they were all women, even if the manufacturing processes were the most. Factory owners were called Max Blanck and Isaac Harris, were acquitted in a criminal trial but lost the civil suit. But above all, the 8th of March has nothing to do with either the strike (beginning November 22) and either with the fire (it happened March 25). Later this date was proposed as an international day of struggle in favor of women, by Rosa Luxemburg, just a reminder of the tragedy. This sad occurrence, kicked off in the years immediately following a series of celebrations in the early days were limited to the United States and had the sole purpose of horrible memories made by the end of the factory workers died in the fire. Later, with the spread and multiplication of initiatives, which saw women as protagonists for claims relating to employment and social status, dated 8 March assumed global importance, becoming, thanks to feminist associations, the symbol of harassment that women have had to endure throughout the centuries, but also the starting point for their ransom. Nowadays Women’s Day is much expectation, women’s associations organize events and conferences on the subject, trying to raise public awareness about issues that still weigh on the status of women, but it is also expected that the florists in that days selling a lot of bunches of mimosa, which became the symbol of this day, at exorbitant prices, and restaurants will see their local crowded, you may not even know what happened on ‘8 March of 1908, but they know very well that their volume of business that evening will undoubtedly beneficial.

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L’articolo: 8 marzo 2010, oggi e la festa delle donne


Ritorna come sempre ogni anno puntuale questo magico anniversario il giorno più bello per le donne. Per tanti secoli la donna ha vissuto in una società impostata da e per gli uomini e ha dovuto pagare a caro prezzo ogni conquista di libertà e d’indipendenza. Anche se un’immagine oleografica consacrata da una certa tradizione di stampo maschilistica rappresenta la donna nel ruolo di angelo del focolare, sappiamo che il lavoro femminile è esistito da sempre e che non si è mai veramente limitato alle attività domestiche. Nelle società preindustriali la donna contribuiva al lavoro dei campi lavorando quanto l’uomo per il sostentamento del nucleo familiare e ancora oggi presso alcuni villaggi primitivi sono le donne a svolgere la maggior parte dei lavori agricoli. Più tardi, la rivoluzione industriale diede inizio ad un sistematico sfruttamento della manodopera femminile. Infatti, con la meccanizzazione le operazioni di lavoro si erano rese più semplici e pertanto non era più necessaria agli operai quella competenza del lavoro artigianale richiedeva. Gli uomini vennero così via, via sostituiti dalle donne, le quali potevano essere sottopagate e dimostravano una migliore capacità di adattamento alle rigide regole del lavoro di fabbrica. L’industria tessile, il settore trainante dell’industrializzazione, era, ad esempio, quello che impiegava più donne, sia nella sua fase nascente, quando la produzione si svolgeva a domicilio, sia più tardi con l’apertura delle prime fabbriche. Oggi l’emancipazione femminile ha invece permesso alle donne di stabilire un rapporto di parità con gli uomini sia in campo sociale che sia lavorativo. Le donne hanno ormai conquistato un loro posto nel mondo del lavoro, dapprima in quei settori che sembravano più adatto all’attività femminile come la moda, il commercio, il turismo, la sanità, l’insegnamento, poi in ambiti che per molto tempo sono stati riservati esclusivamente agli uomini. Oggi non è raro incontrare donne che esercitano la professione di dirigente di azienda, di magistrato, di ingegnere e molti altri mestieri, a torto considerati fino a una ventina d’anni fa monopolio maschile. Ciò ha comportato, tuttavia, per le donne, una nuova condizione di svantaggio, perchè il lavoro extradomestico si è sommato a quello domestico, tradizionalmente di sua competenza, dalla conduzione della casa agli impegni connessi con l’educazione dei figli. Se in ufficio l’uomo riesce a distaccarsi dalle responsabilità domestiche, la donna si sente maggiormente coinvolta e finisce per vivere con stress e insoddisfazione sia la sua vita di lavoratrice che quella di madre. Se alcune riescono a conciliare i due ruoli perché possono contare sulla collaborazione del marito o su un aiuto esterno, altre invece vivono costrette a rinunciare al lavoro, e quindi alla propria indipendenza, per soddisfare le esigenze della famiglia. Non bisogna dimenticare poi che nonostante il nuovo diritto di famiglia abbia messo fine ad un’assurda discriminazione tra i due sessi, esistono ancora dei pregiudizi nei confronti delle donne sia nel mondo del lavoro che nella sfera familiare e sociale. La donna «in carriera» esibita negli spot pubblicitari non è il modello a cui riferirsi per capire la condizione della donna d’oggi. Le cosiddette «donne manager» nel nostro paese sono ancora poche se confrontiamo la nostra società con quella di altri paesi europei. Ciò dipende sia da una mentalità conservatrice, radicata da noi molto più che altrove, sia dalle oggettive difficoltà che la donna incontra a conciliare le sue esigenze familiari con l’attività che svolge. La donna che riesce a conquistare posizioni di prestigio nel mondo del lavoro spesso sacrificata il desiderio di formarsi una famiglia oppure, se decide di averne una, deve necessariamente delegare a qualcun altro la cura dei propri figli e la gestione della casa, almeno per otto-dieci ore al giorno. Ciò che chiede la lavoratrice di oggi è una serie di servizi sociali che consentono di far fronte agli impegni familiari e permettono una migliore utilizzazione del tempo a disposizione. La madre che lavora deve disporre di asili nido e di scuole facilmente raggiungibili dove accompagnare i figli, di orari dei negozi più flessibili, della possibilità di ritirare un certificato in orari che non coincidono con quelli del proprio ufficio. La legge ha equiparato nel lavoro uomini e donne ma non ha potuto cancellare le differenze fondamentali che esistono tra I due sessi sul piano umano, psicologico e sociale. Occorrerebbe invece provvedere ad una riorganizzazione dell’intero sistema produttivo tenendo conto delle necessità della famiglia. Il vero problema non è infatti quello di agevolare le donne rispetto ai colleghi dell’altro sesso – cosa che suonerebbe ingiusta ed essa stessa rispondente ad una logica maschilista – quanto quello di tutelare la famiglia, assicurando le condizioni indispensabili al suo benessere. Generalmente è la donna ad accollarsi il peso maggiore della gestione familiare e quindi è, in linea di massima, il soggetto più debole, ma ovviamente anche un uomo potrebbe presentare gli stessi bisogni e dunque rivendicare legittimamente gli stessi diritti. Una madre e un padre devono avere l’opportunità di allontanarsi temporaneamente dal lavoro senza che questo lì penalizzi. Ogni contratto di lavoro dovrebbe consentire di ottenere con maggiore facilità periodi di aspettativa, qualora insorga la necessità di seguire da vicino i figli in momenti delicati della crescita. Certo nessuna legge, per quanto ardita, potrà essere sufficiente a modificare il mondo arcaico di concepire rapporti e ruoli, almeno finché non riuscirà ad affermarsi una nuova cultura nei confronti della condizione femminile e della famiglia. Le donne sono state relegate per troppi anni ad allevare figli, a badare alla casa e a svolgere lavori faticosi e sottopagati; come, d’altra parte, a confrontarsi e a dover risolvere da sole problemi che dovrebbero invece riguardare l’intera collettività. Ma proprie tutte le difficoltà che si sono trovate costrette ad affrontare le hanno rese forti e oggi sono forse abbastanza mature per cambiare i tempi e contribuire alla costruzione di una nuova società a dimensione umana. – (Traslation in English) – Returns each year on time as always this magical birthday the best day for women. For many centuries the woman lived in a society set up by and for men and had to pay dearly for every victory of freedom and independence. Although holographic image consecrated by a certain tradition of printing maschilistica is the woman in the role of angel of the hearth, we know that women’s work has always existed and that it never really restricted to domestic activities. In preindustrial societies women contribute to the work camps as a man working for the sustenance of the family and even today in some villages are primitive women to carry out most agricultural work. Later, the industrial revolution gave rise to a systematic exploitation of female labor. In fact, with the mechanization of labor operations were made more simple and therefore was no longer needed the workers that competence of craftsmanship required. The men were so on, replaced by women, which could be underpaid and demonstrated a better capacity to adapt to the strict rules of factory work. The textile industry, the leading sector of industrialization, was, for example, those employing more women, both in its infant stage, when production took place at home, and later with the opening of the first factories. Today, women empowerment has instead allowed women to establish a relationship of equality with men both in the social field that is working. The women have now earned their place in the world of work, first in those areas that seemed more suited to the activity of women like fashion, trade, tourism, health, education, and then in areas that have long been reserved exclusively for men. Today it is not unusual to see women engaged in the profession of business executives, a magistrate, engineers and many other trades, wrongly considered to twenty years ago male monopoly. This led, however, for women, a further disadvantage, because you work outside the home is added to that, traditionally within its competence, by conducting home commitments relating to the education of their children. If the man in the office is able to break away from domestic responsibilities, she feels more involved and ends up living with stress and dissatisfaction with both his life’s work than to mother. If some fail to reconcile the two roles because they can count on the collaboration of the husband or outside help, others are forced to give up living to work, and thus their independence, to meet the needs of the family. We must not forget that despite the new family law has put an end to an absurd discrimination between the sexes, there are still prejudices against women both at work and in family and social sphere. Woman “in his career,” performed in commercials is not the model of reference for understanding the condition of women today. The so-called “women managers” in our country are still few if we compare our society with that of other European countries. This depends both on a conservative mentality, rooted us to do much more than elsewhere, both by the difficulties which she met his family needs to reconcile with the activity that takes place. The woman who managed to win positions of prestige in the world of work is often sacrificed in the desire to form a family or, if he decides to have one, need to delegate someone else to care for their children and running the household, at least eight ten hours a day. I pray for today’s work is a series of social services to help you cope with family commitments and allow better use of time available. The working mother must have kindergartens and schools within easy reach which accompany the children to shop opening hours more flexible, the ability to withdraw a certificate at hours that do not coincide with those of his office. The law has treated men and women in work but could not erase the fundamental differences between the sexes in the human, psychological and social. Instead, it ought to provide for a reorganization of the entire production system taking into account the needs of the family. The real problem is actually to facilitate women than their colleagues of the opposite sex – something which sounds very unfair and it complies with one male logic – how to protect the family, providing the conditions essential to its prosperity. Generally it is the woman to bear the brunt of the family and then, in principle, the subject weaker, but obviously also a man might have the same needs and therefore legitimately claim the same rights. A mother and a father should have the opportunity to deviate temporarily from work without penalizing them this. Every employment contract should allow for greater ease waiting periods, if the need arises to closely monitor their children at critical moments of growth. Certainly no law, however bold, will be sufficient to change the archaic world of understanding relationships and roles, at least until they manage to assert itself against a new culture of women and the family. Women have been relegated for too many years to raise children, to look after the house and perform work hard and underpaid, like, on the other hand, to confront and to solve their own problems that should encompass the entire collettività. Ma own all the difficulties they were forced to face made them stronger and perhaps today are mature enough to change the times and help build a new society on a human scale.

© Alessio.101, Salerno 8 marzo 2010


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Informazioni sul video: Renato Zero – Le mie donne, – Video creato in occasione della festa delle donne 8 Marzo 2010. Autore del video by Zeroyerry del 7 marzo 2010.


© Zerogerry – YouTube


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Articolo postato da Alex sul blog di sportcinema.it nella categoria: La pagina speciale di Alex, lì 8 marzo 2010, Salerno (Italy).
http://www.sportcinema.it


(LApg-010) – 8 marzo 2010, oggi e la festa delle donne – Ritorna come sempre ogni anno puntuale questo magico anniversario il giorno più bello per le donneultima modifica: 2010-03-08T04:07:21+01:00da airone2124
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