Disturbi oculari da videoterminale: come prevenirli? Rivolgiamo alcune domande su un tema di ampio interesse al dottor Salvatore Troisi, specialista in Oftalmologia


Disturbi oculari da videoterminale: come prevenirli?


Rivolgiamo alcune domande su un tema di ampio interesse al dottor Salvatore Troisi, specialista in oftalmologia


Informazioni sulla foto: L’occhio umano


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L’uso eccessivo di videoterminali può determinare malattie agli occhi?


Non esiste alcuna dimostrazione che una attività eccessiva al videoterminale possa causare di per sè patologie oculari. Gli studi scientifici hanno infatti fugato ogni falso allarmismo su elementi indicati in passato come possibile causa di danno, quali “radiazioni” o “campi elettromagnetici”. Sono tuttavia abbastanza frequenti alcuni disturbi oculari di tipo irritativo e una tendenza ad un maggiore affaticamento, legati al non corretto utilizzo del computer o alla presenza di difetti visivi e a patologie oftalmiche preesistenti.


Informazioni sulla foto: Miopia


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Come evidenziare eventuali fattori predisponenti e prevenire questi disturbi?


Innanzitutto è opportuno sottoporsi ad una visita oculistica di base e a controlli periodici per la correzione di eventuali difetti visivi e per evidenziare eventuali stati infiammatori della superficie oculare o alterazioni della funzione visiva. Soprattutto la presenza dell’ipermetropia, un difetto che se di entità lieve non comporta particolari problemi nella visione di oggetti distanti, e la comparsa della presbiopia, che avviene di norma intorno ai 40 anni, se non corretti con lenti adeguate, determinano uno sforzo eccessivo per la messa a fuoco delle immagini sul monitor. Questo sforzo continuo determina precoci sintomi di affaticamento, quali cefalea, bruciore e fenomeni di sfuocamento delle immagini, indicati globalmente con il termine di “astenopia visiva”. Disturbi analoghi possono derivare da un difetto astigmatico non corretto, che determina una distorsione delle immagini. Anche i disturbi dei movimenti oculari, come una insufficienza del meccanismo di convergenza o uno strabismo latente, comportano eccessivo affaticamento e fenomeni di sdoppiamento. Questi sintomi sono amplificati da uno sforzo visivo prolungato e sistematico, per cui diventa sempre più difficoltosa l’attività al monitor. Bisogna tenere presente, inoltre, che una corretta cooperazione binoculare è fondamentale per la percezione tridimensionale. Esistono inoltre condizioni infiammatorie della superficie oculare ed alterazioni della secrezione lacrimale, anche di lieve entità, che in seguito alle attività al videoterminale si manifestano con fastidiosi sintomi irritativi, quali bruciore, lacrimazione, sensazione di corpo estraneo e fastidio per la luce. Pertanto, la presenza di una congiuntivite cronica o di una sindrome da secchezza oculare deve essere attentamente ricercata e sottoposta ad opportuna terapia.


Informazioni sulla foto: Esame Oftalmico


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I portatori di lenti a contatto presentano maggiori disturbi?


L’osservazione prolungata di un monitor determina normalmente una riduzione della frequenza di ammiccamento, per cui risultano accentuati tutti i disturbi derivanti da una diminuita o alterata secrezione lacrimale. Questa condizione colpisce soprattutto le donne, maggiormente sensibili a stimoli ormonali, i soggetti anziani, diabetici o in trattamento con alcuni farmaci, quali antistaminici, antidepressivi e prodotti ormonali. I portatori di lenti a contatto, per i quali la lacrimazione gioca un ruolo fondamentale, sono maggiormante suscettibili a questo tipo di disturbo, per cui è consigliabile l’instillazione di colliri lubrificanti, per compensare la diminuita frequenza di ammiccamento e la conseguente aumentata evaporazione delle lacrime.


Informazioni sulla foto: L’occhio umano , un difetto ampio e denso, localizzato nel (RNFL), il difetto giunge molto vicino (2 gradi) al punto di fissazione rendendo evidente al paziente il difetto del campo visivo. Oltre al danno localizzato, si ha anche un assottigliamento generalizzato abbastanza esteso del (RNFL) degenerazione maculare, come illustra la foto, si può perdere la visione distinta centrale. Il sintomo più comune della anormale crescita di vasi sanguigni è la comparsa di distorsioni e ondulazioni della visione centrale (fig. 1).


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Le malattie che determinano una riduzione della vista, come le maculopatie e le retinopatie, controindicano l’uso del computer?


Direi proprio di no. Anzi, il computer rappresenta uno degli ausili che possono essere vantaggiosamente utilizzati per venire incontro alle esigenze dei soggetti ipovedenti. In presenza di minorazioni visive devono essere opportunamente adottati alcuni accorgimenti, come l’uso di monitor di maggiori dimensioni e a basse emissioni ed i software di ingrandimento delle immagini, che sono facilmente reperibili. È utile infine adoperare lenti filtranti che migliorano il contrasto delle immagini. Nel caso la funzione visiva risulti gravemente compromessa, è possibile utilizzare ugualmente il computer grazie a sistemi di sintesi vocale o all’implementazione del sistema Braille.


Informazioni sulla foto: L’occhio umano , l’Amsler può indirizzare il medico a sospettare un danneggiamento della macula. Si fa osservare al paziente un foglio bianco quadrettato: se fissando il punto centrale del foglio egli percepisce un’interruzione della continuità delle righe oppure una distorsione di esse esiste un problema della visione centrale che va poi indagato con esami più approfonditi della retina (fig. 2).


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Esistono dei provvedimenti che possono aiutare anche chi non presenta particolari problemi oculari?


Bisogna evitare una illuminazione dell’ambiente incongrua, eccessiva o insufficiente, e che fonti di luce naturale o artificiale siano dirette sugli occhi o sullo schermo, nonché i riflessi provenienti da superfici lucide. In pratica, è auspicabile una illuminazione diffusa dell’ambiente, schermando ad esempio la luce del sole con tendaggi, ma evitando anche di osservare lo schermo in una stanza completamente buia. E’ importante, inoltre, evitare posizioni di lavoro inadeguate e distanze troppo ravvicinate, curando la scelta e la disposizione degli arredi e una corretta postura; bisogna anche assicurarsi che il monitor sia sempre in perfetto stato di efficienza e regolato su valori medi di contrasto. Per ridurre sintomi di “discomfort oculare” è opportuno evitare che l’ambiente sia viziato dal fumo o da polveri e che il flusso d’aria di condizionatori o ventilatori sia diretto sul viso. Un piccolo stratagemma suggerito per migliorare la lubrificazione dell’occhio è quello di ripetere l’ammiccamento al termine della lettura di ciascuna riga.


Informazioni sulla foto: L’occhio umano , per la gegenerazione maculare miopica è la principale causa di cecità nel mondo occidentale. Il rischio di svilupparla aumenta con l’età. La malattia colpisce più frequentemente persone dopo i 50 anni di età ed aumenta con frequenza maggiore nelle fasce di età più avanzate(fig. 3).


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In conclusione, quale messaggio lanciare al popolo dei videoterminalisti?


Le situazioni descritte determinano un maggiore affaticamento nello svolgimento delle attività visive più impegnative, con ovvie ripercussioni sul proprio stato di benessere e sul rendimento lavorativo. Pertanto le condizioni di utilizzo dei videoterminali non possono prescindere dalla certezza che gli occhi siano in buono stato di salute e che eventuali alterazioni della funzione visiva siano state adeguatamente diagnosticate e corrette. Nei casi di strabismo e di deficit visivo non suscettibile di correzione dovrà essere il medico oculista a dare eventuale parere favorevole all’uso prolungato di videoterminali. Una volta escluse le possibili cause oculari di affaticamento, l’attenzione deve essere rivolta alle condizioni ambientali e alle caratteristiche del supporto tecnologico, che in alcune situazioni particolari, come nell’ipovisione, deve essere opportunamente predisposto ed adattato.


Informazioni sulla foto: L’occhio umano , la diagnosi della maculopatia miopica viene fatta mediante esame fluorangiografico. Attraverso l’introduzione in vena di un liquido fluorescente e la ripresa di immagini del fondo oculare è possibile valutare le affezioni della retina (fig. 4).


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dr. Salvatore Troisi Specialista in Oftalmolgia P.O. Salerno (Sa)



ANATOMIA DELL’OCCHIO


Informazioni sulla foto: L’occhio, la vista è sicuramente il più sopravvalutato tra i 5 sensi, l’occhio ha il compito di tradurre le onde elettromagnetiche della luce in impulsi nervosi che vengono trasmessi al cervello mediante il nervo ottico e quindi “viste”.


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L’occhio è quel meraviglioso organo di senso che ci permette di vedere e la sua struttura ricorda da vicino quella di una macchina fotografica, o meglio noi abbiamo costruito la macchina fotografica “copiando” quello che la natura aveva già inventato. Quando fissiamo un oggetto, la luce che da esso proviene entra nei nostri occhi, attraversa una serie di lenti naturali, che sono in sequenza la cornea, l’umor acqueo, il cristallino ed il corpo vitreo e che nella macchina fotografica corrispondono alle lenti dell’obiettivo, e va ad “impressionare” la retina (pellicola). La retina eccitata dalla luce che la colpisce trasmette informazioni al “regista”, il cervello, attraverso un cavo elettrico, il nervo ottico. Il cervello studia e sfrutta le informazioni visive avvalendosi di esse per decidere il comportamento e le reazioni dell’intero organismo.


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Sclera


La sclera il cosiddetto bianco dell’occhio, è la membrana più esterna e robusta dell’occhio composta da tessuto fibroso connettivale; nella parte anteriore dell’occhio diventa trasparente e curva come un vetro d’orologio e prende il nome di cornea.


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Cornea


È la prima lente naturale che la luce incontra, è determinante che sia trasparente e di forma sferica; dalla cornea non perfettamente sferica può dipendere l’astigmatismo. La cornea è una membrana trasparente priva di vasi ma ricchissima di fibre nervose. Essa è bagnata continuamente dal film lacrimale che aderisce alla sua superficie. L’interfaccia film lacrimale–superficie corneale costituisce la lente convergente più potente dell’occhio umano. La cornea ha uno spessore di circa 1 mm ed è composta dall’esterno all’interno da 5 strati:

 1) un epitelio pavimentoso (stratificato),  2) la membrana di Bowman,  3) lo stroma,  4) la membrana di Descemet,  5) l’endotelio.

La stabilità del film lacrimale e la trasparenza della cornea sono essenziali per la visione. Dietro la cornea si trova la camera anteriore che è riempita di un fluido chiaro chiamato umor acqueo. Trauma od infezioni possono causare la formazione di opacità permanenti di questa lente naturale, che perdendo la trasparenza limita la visione.


Iride


L’iride è la parte più anteriore dell’uvea che dà il colore ai nostri occhi e circonda un piccolo foro centrale di ampiezza variabile da 2 a 8 mm. la pupilla è composta da uno stroma, un foglietto pigmentato posteriore, da vasi e da 2 muscoli: il muscolo radiale (dilatatore) ed il muscolo sfintere (costrittore) dell’iride. Può essere chiara (dal blu al verde) o bruna (dal marrone al nero) ma in realtà la sua colorazione dipende sia dalla quantità di pigmento che da fenomeni ottici di riflessione e di diffrazione della luce nello stroma irideo. Nelle iridi chiare poco pigmentate la luce passa fino agli strati profondi dove viene riflessa assumendo un colore chiaro. Al contrario nelle iridi brune, ricche di pigmento, la luce non penetra fino agli strati profondi e non viene riflessa nè diffratta. L’iride circonda la pupilla che si allarga o si restringe a seconda della quantità di luce che la raggiunge, agendo così come il diaframma di una macchina fotografica che regola la quantità di luce che deve raggiugere la retina. Dietro l’iride c’è il cristallino.


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Cristallino


Il cristallino è una lente convergente di forma biconvessa che focalizza i raggi luminosi sulla retina. Mentre in un macchina fotografica il fotografo mette a fuoco l’immagine variando la distanza focale fra lente e pellicola, nell’occhio la distanza tra il cristallino e la retina rimane fissa. L’occhio mette a fuoco a distanze variabili con una strategia diversa: il cristallino ha la capacità di modificare continuamente la sua forma e di variare la sua curvatura in modo da aumentare o diminuire il suo potere di convergenza. Questo processo dinamico così particolare, meglio conosciuto come accomodazione è regolato da un anello di fibre muscolari disposte intorno al cristallino chiamato corpo ciliare. Così quando l’occhio guarda un oggetto in lontananza il cristallino si appiattisce e diminuisce la sua curvatura. Al contrario quando guarda un oggetto vicino diventa più convesso ed aumenta la sua curvatura. L’invecchiamento fa perdere sia al cristallino che al corpo ciliare il potere di accomodazione cosicché si diventa presbiti e non si è capaci di leggere a 30 cm. In questo caso si ricorre alla correzione con lenti per vicino, bifocali o multifocali. Inoltre è possibile la comparsa di opacità del cristallino (cataratta) che se sono centrali disturbano la visione. Per ragioni di trasparenza ottica la cataratta si può operare e sostituire con una lentina artificiale.


Vitreo


Il vitreo è una sostanza limpida e di consistenza gelatinosa contenuta nella cavità vitreale che, riempiendo lo spazio compreso fra il cristallino e la retina, mantiene la forma sferica del bulbo oculare. La sua trasparenza è importante per una visione nitida a tutte le distanze. Una torbidità del vitreo come conseguenza di processi infiammatori o emorragici può compromettere seriamente la capacità visiva. Con l’invecchiamento il vitreo perde la sua consistenza, si distacca e fluttua nella cavità vitreale. I sintomi del distacco acuto del vitreo sono la comparsa di corpi mobili spesso associati a lampi di luce. In questi casi è imperativo un esame del fondo dell’occhio mirato alla ricerca di eventuali rotture retiniche che, in certi casi, possono condurre al distacco di retina.


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Retina


La retina, che rappresenta l’equivalente della pellicola fotografica, riveste la superficie interna del globo oculare. Essa appare come una sottile membrana trasparente suddivisa in due aree: un’area centrale chiamata macula che contiene la fovea centrale, ricca di coni; un’area media e periferica, dove prevalgono le cellule dei bastoncelli, che serve a mediare la visione crepuscolare e notturna. Dopo aver attraversato la cornea, la camera anteriore, la pupilla, il cristallino ed il vitreo, i raggi luminosi vengono fatti convergere sulla retina ed in particolare in quella piccolissima area chiamata fovea centrale: una struttura altamente specializzata che presiede, in condizioni di alta luminosità, alla massima acuità visiva per lontano e per vicino, alla percezione dei colori e alla sensibilità al contrasto. Nella retina avvengono i meccanismi più complessi della visione. La luce passa l’intero spessore della retina (vedi figura strati della retina) e colpisce immediatamente i fotorecettori, coni e bastoncelli, che costituiscono la parte più esterna della retina nervosa a contatto con lo strato delle cellule dell’epitelio pigmentato retinico (EPR). L’integrità dell’EPR è essenziale per la funzione di mediare gli scambi metabolici tra fotorecettori e coroide sottostante. I processi fotochimici della visione possono essere schematizzati in 2 fasi: Reazione fotochimica: la luce viene assorbita dai pigmenti fotosensibili (iodopsina nei coni, rodopsina nei bastoncelli) che scomponendosi danno origine ad una reazione chimica che converte un segnale luminoso in un impulso nervoso elettrico. Trasmissione dell’impulso: l’impulso elettrico viene trasmesso alle cellule bipolari e alle cellule gangliari che, attraverso le loro fibre costituenti il nervo ottico, lascia l’occhio ed arriva al centro visivo del cervello.


Coroide


Sotto la Retina c’è la Coroide. La coroide rappresenta la parte posteriore dell’uvea. È la membrana vascolare dell’occhio. Essa è costituita da strati di vasi sovrapposti (strato dei grossi vasi coroideali e strato della coriocapillare) e dalla membrana di Bruch a contatto con l’EPR. La sua funzione è quella di nutrire e ossigenare l’EPR, gli strati retinici più esterni (in particolare i fotorecettori) attraverso la membrana di Bruch, come pure di partecipare all’irrorazione del nervo ottico.


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Nervo ottico


Il nervo ottico è costituito da oltre un milione di fibre nervose che originano dalle cellule gangliari della retina. La sua funzione è quella di collegare l’occhio al centro visivo del cervello chiamato corteccia visiva occipitale. Qui arrivano gli impulsi nervosi che vengono elaborati e trasformati nella percezione visiva di un’immagine. Il collegamento retina–cervello tramite il nervo ottico è così stretto che la visione è un fenomeno complesso che avviene principalmente a livello cerebrale.


Consultate anche le altre notizie tratte dal web dalla quale sono state tratte gli argomenti dell’articolo sull’anatomia dell’occhio umano. http://www.miodesopsie.it/sito/anatomia.asp


Consigli per una corretta visione dei Clip: uno dei tanti inconvenienti che si possono incontrare nel vedere il filmato utenti è quello di non far caricare completamente il video, ogni film viene sempre criptato con codici interni da chi lo trasmette. Il consiglio che rilascio a tutti è quello di far caricare sempre il filmato, nel riquadro in basso a sinistra potrete notare una barra colorata che avanza fino a quando non vi indica il completo caricamento dello stesso; dopo aver ultimato questa procedura fase molto importante potete avviare il filmato e buona visone.


Articolo postato sul Blog di alessio.101 nella categoria “Notiziari Medici e Medicina Alternativa”. Gli argomenti descritti sono state tratte dalla rivista “salutare” http://www.salutare.info, i filmati sono stati concessi dai canali della Rete Web, Salerno, 3 febbraio 2009. http://www.sportcinema.it


Disturbi oculari da videoterminale: come prevenirli? Rivolgiamo alcune domande su un tema di ampio interesse al dottor Salvatore Troisi, specialista in Oftalmologiaultima modifica: 2009-02-03T00:52:54+01:00da airone2124
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