(009) – Il viaggio di Alex: Austria tra miti e leggende, la sua storia e le sue fotografie


IL VIAGGIO DI ALEX IN AUSTRIA

(009) – Il viaggio di Alex: Austria tra miti e leggende, la sua storia e le sue fotografie


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LA STORIA E LE ORIGINI DELL’AUSTRIA


L’Austria alle guerre di successione spagnola e polacca

Il secolo XVIII s’inizia con la formazione di una grande alleanza contro Luigi XIV. Se l’occasione immediata è offerta dal problema della successione al trono di Spagna, a cui viene chiamato un nipote del re di Francia, la vera causa di tale coalizione è da ricercare nella volontà delle potenze europee, già riunitesi per lo stesso scopo nella Lega di Augusta (1688), d’impedire la ripresa della politica egemonica di Luigi XIV e di porre un freno al suo strapotere. La politica di prepotenza e di provocazioni del re di Francia era stata possibile fine a quando le nazioni europee, impegnate in altre lotte (come, per esempio, quelle contro i Turchi sostenute dagli Absburgo) o travagliate da crisi interne, non avevano potuto coalizzarsi e intervenire. La guerra condotta dalla Lega di Augusta e quella detta di successione spagnola riusciranno infine a segnare il declino dell’egemonia francese e il trionfo di quel principio di equilibrio che il trattato di Vestfalia che porrà a base della politica internazionale. Alla guerra di successione spagnola (1701−1714) gli Absburgo intervengono anche come pretendenti della corona, destinata da un’ulteriore partizione al secondogenito dell’imperatore Leopoldo. Erano esclusi in questa assegnazione i possessi degli Spagnoli in Italia, e precisamente il Napoletano, la Sicilia, il Milanese e inoltre la Lorena, riservati a un figlio di Luigi XIV. L’esito della guerra e i trattati di Utrecht e di Rastadt che la chiudono assegneranno invece tali possessi italiani, tranne la Sicilia, agli Absburgo, che otterranno pure i Paesi bassi, mentre riconosceranno il diritto di successione al trono di Spagna al giovane nipote di Luigi XIV. La Sicilia, negata agli Absburgo, viene assegnata, insieme ad altre località ambite, ai Savoia, giacché uno degli artefici principali della vittoria era stato il duca di Savoia Vittorio Amedeo II, che poco dopo, nel 1720, baratterà, piegato a ciò dagli Absburgo, la Sicilia e il titolo di Re di Sicilia con la Sardegna. Gli Absburgo escono dunque da questa guerra ingranditi e rafforzati, verso il Mediterraneo coi possessi italiani (s’inizia ora il predominio austriaco in Italia), e verso il Mare del Nord con i Paesi Bassi, mentre una nuova lotta contro i Turchi preparano loro ulteriori ingrandimenti verso Oriente. Infatti, era appena finita la guerra per la successione di Spagna, quando l’Austria dovette brandire ancora le armi contro i Turchi, che, non contenti di molestare per mare i Veneziani, avanzavano minacciosi verso il Danubio. Ancora una volta il principe Eugenio fugò gli eserciti turchi, e alle vittorie precedenti di Zenta contro questi invasori, di Hochstädt e di Torino, riportate durante lo svolgimento della guerra di successione, aggiunse quelle di Petervaradino e di Belgrado (1717). Non di uguale vantaggio tornò agli Absburgo la partecipazione alla guerra per la successione di Polonia: l’Austria perdeva infatti Napoli e la Sicilia, ricostituiti in regno a vantaggio di Carlo di Borbone, e a magro compenso di tale perdita acquistava il Ducato di Parma e Piaacenza, che veniva riunito alla Lombardia. Né migliori fortuna ebbe l’Austria combattendo nuovamente contro l’ostinato nemico, i turchi, per perdette molto dei precedenti acquisti. Anche cosí diminuito, era un impero ben vasto quello che Carlo VI morendo lasciava, in mancanza di figli maschi, alla figlia Maria Teresa, la giovanissima e intelligente sposa di Francesco di Lorena, granduca di Toscana.


Informazioni sul video allegato: Il placido Dan(ubio) (1) Da Passau a Vienna), pedalando sul grande fiume da Passau a Vienna con un prologo a Monaco e un epilogo a Bratislava, autore del Clip prooooof.


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Maria teresa e il suo glorioso regno

A prevenire lotte gravi per la successione al trono dopo la sua morte, Carlo aveva emanate col nome di “prammatica sanzione” una nuova legge che, come si è già detto nella storia della Germania a proposito di Federico II di Prussica, vietava la divisione delle province appartenenti alla monarchia austriaca e stabiliva la successione della figlia Maria Teresa. Tutti i sovrani avevano promesso di riconoscere come erede di Carlo VI Maria Teresa; ma quando, nel 1740 l’imperatore morí serenamente, fidando nella loro parola, da tutte le parti sorsero oppositori a tale successione. Più fieri nemici della giovane imperatrice si mostrarono subito i Borboni di Francia, di Spagna e di Napoli e i principi tedeschi, specialmente Federico II di Prussia. In tanto pericolo l’imperatrice fuggí in Ungheria e, presentatasi alla Dieta, cioè al Parlamento, con il figlioletto tra le braccia, si affidò alla fede dei Magiari: alle parole, alle lacrime della loro giovane regina i nobili ungheresi risposero con il più generoso entusiasmo e, levando le spade, giurarono di morire per il loro re. Fu questo il primo aiuto che trovò Maria Teresa; altri ne trovò in seguito e, dopo una lunga guerra, poté rientrare nei possessi aviti. Il lungo e glorioso regno della regina fu caratterizzata da lunghe guerre, specialmente contro la Polonia (che l’Austria, immemore della gratitudine dovuta a Giovanni Sobieski, per l’intervento del quale era stata salvata dai Turchi, contribuí a smembrare) e contro la Prussia (guerra dei Sette Anni: 1756−1763). Ma noi ricordiamo più volentieri le riforme politiche, le istituzioni di cultura, lo sviluppo dei commerci promossi dalla grande imperatrice e dai suoi ministri, di cui parecchi furono italiani. Vienna, al pari di Milano, le deve moltissimo del suo ineguagliabile splendore.


Informazioni sul video allegato: Il placido Dan(ubio) (2) Vienna), pedalando sul grande fiume da Passau a Vienna con un prologo a Monaco e un epilogo a Bratislava, autore del Clip prooooof.


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L’agitata storia dell’Austria nel secolo XIX

Maria Teresa lasciò ai suoi successori un impero forte e prosperoso, ma, pochi anni dopo la sua morte, la bufera della Rivoluzione Francese e il fulmine napoleonico travolgevano anche l’Austria, la quale ebbe una parte notevole nella lega delle potenze europee contro la Francia, rivoluzionaria prima, napoleonica poi. Due volte Vienna fu presa dai Francesi di Napoleone. Costretti a riconoscere la sistemazione data alla Germania da Napoleone che, distrutti i resti del sacro romano Impero, aveva costituito una Confederazione renana (1803), i successori di Maria Teresa abbandonano il vano titolo di Imperatori Germanici e assumono solo il nome di Imperatori d’Austria. Quando i plenipotenziari di tutti gli stati europei si riunirono a Vienna dopo la caduta di Napoleone, per ordinare l’Europa, non tenendo nessun conto delle aspirazioni dei popoli, né delle idee nuove della Rivoluzione Francese, e cercando in ogni modo di restituire all’Europa l’assetto che aveva prima del 1789, furono create le inevitabili premesse di una lotta appassionata e implacabile. Dovunque, infatti (in Ungheria, in Polonia, e soprattutto in Italia), animi generosi furono pronti a sfidare la morte e i più grandi pericoli per rendere al proprio popolo quelle libertà che ormai la storia stessa rivendicava. L’urto più formidabile doveva sostenerlo l’Austria, dal cui dominio erano soffocate tante nazionalità. Quello che avvenne in Italia è diffusamente esposto nel “Libro del mio Paese”; ma anche nelle altre province dell’Impero la politica reazionaria del principe Clemente di Metternich, che fu l’anima del Congresso di Vienna e rimase a capo del governo fino al 1848, suscitò malcontento e ribellione. Nel 1848, alla notizia della sollevazione di Parigi, anche i Viennesi insorsero chiedendo la costituzione. Fu questo il segnale della insurrezione in tutto l’Impero: Vienna, dopo aver visto innalzarsi le barricate, subí il bombardamento delle truppe imperiali; pure la Boemia insorse, e a Praga, ferocemente bombardata a sua volta, venne sciolto il parlamento e proclamato lo stato d’assedio. Il moto si diffuse in Italia e in Ungheria, e l’imperatore dovette abdicare in favore di suo nipote Francesco Giuseppe, lo stesso regnerà fino al 1916. L’Ungheria, sempre insofferente del gioco austriaco, approfittò dei moti di Vienna per chiedere un’amministrazione autonoma. Ma Serbi e Croati, desiderando anch’essi l’autonomia, invasero con le armi alla mano l’Ungheria, alla quale desideravano sottrarsi tanto intensamente quanto tenacemente questa aveva desiderato all’Austria. In un primo tempo il governo di Vienna mostrò di disapprovare i Croati; ma, dopo che le insurrezioni italiane furono represse, li favorí. Allora gli Ungheresi si sollevarono, sotto la guida di Luigi Kossuth, il quale infiammò con la sua parola ardente l’animo dei Magiari e, nominato capo del governo, seppe organizzare la difesa in modo mirabile. Ma l’Austria ricorse all’aiuto della Russia, e il forte esercito russo ebbe ragione delle milizie nazionali ungheresi.


Il viaggio di Alex in Austria continua sull’articolo (010) arrivederci tutti insieme appassionatamente…


© 2008 Salerno 14 ottobre 2008 by alessio.101


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(009) – Il viaggio di Alex: Austria tra miti e leggende, la sua storia e le sue fotografieultima modifica: 2008-10-14T16:20:30+02:00da airone2124
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