(001) – Miti e leggende: Teseo e il Minotauro – Videoclip tratti da YouTube.com per il film: Il labirinto del Minotauro


MITE E LEGGENDE

Teseo e il Minotauro


Informazioni sul video: La leyanda del Minotauro , La leyenda del minotauro, Amv de esta pelicula basada de este hecho mitologico 8º Amv qe ago XD by Madness20. Autore del montaggio video sulla piattaforma di YouTube by div9282 dur. 3:47 del 5 luglio 2007.



Il Minotauro, mostro mitologico dal corpo umano e dalla testa di toro, ebbe senza dubbio una strana origine. Quando il leggendario re Minosse rivendicò il trono di Creta, la più grande delle isole egee, pregò il dio del mare Poseidone di mandargli un segno a conferma dei suoi diritti. Poseidone fece apparire dal mare un toro bianchissimo, che Minosse avrebbe dovuto sacrificargli. Il re, tuttavia, nascose il toro fra la sua mandria e sacrificò al suo posto un altro esemplare. Il dio allora si vendicò: fece innamorare la moglie di Minosse, Pasifae, del toro con una tale passione che la donna ricorse a Dedalo, il famoso costruttore, affinché la aiutasse a consumare il suo amore. Dedalo costruì una vacca di legno cava, coperta di pelle e montata su ruote nascoste dagli zoccoli; la finta mucca, con all’interno Pasifae, venne poi trainata nel campo ove Minosse teneva il toro. Pasifae, in seguito all’accoppiamento, diede alla luce il Minotauro. Per nascondere la vergogna della moglie, Minosse confinò il mostro in un enorme edificio, noto come il labirinto, dove veniva nutrito con fanciulli, mandati come tributo dalla città sottomessa di Atene. Alla fine l’eroe Teseo, uno dei giovinetti, quattordici tra maschi e femmine, inviati quale cibo per il mostro, uccise il Minotauro a mani nude e fuggì dal labirinto con l’aiuto della figlia del re, la principessa Arianna. Questa è la storia di Teseo e il Minotauro così come la narravano i greci dopo l’ottavo secolo a.C. perché e in che modo è nato una storia tanto bizzarra? Nel 1900, quando l’archeologo inglese sir Arthur Evans iniziò degli scavi nel sito di Cnosso, la risposta sembrò scaturire spontanea. Evans, attratto dalle leggende sul re Minosse, effettuò scoperte al di là di ogni aspettativa. Il palazzo di Cnosso, che gli scavi riportarono alla luce, doveva essere effettivamente un edificio sontuoso, costruito approssimativamente 3500 anni fa. Si trattava di una costruzione assai complessa, edificata su diversi piani collegate da scale; aveva gabinetti con fognature, stanze da bagno e pareti decorate da affreschi raffinati, le cui scene evocavano immagini di una società colta e opulenta. Evans denominò «minoica» la civiltà dell’età del bronzo che aveva scoperto, dal nome del leggendario sovrano. L’immagine del toro era ognipresente sulle minuscole incisioni, sulle pietre, sugli anelli con sigillo e sugli affreschi raffiguranti acrobati che saltano sulla schiena fra le corna dei bovini. Tutto ciò gli portò alla mente la storia del Minotauro. Forse, penso Evans, i fanciulli mandati da Atene quale tributo erano in verità acrobati allenati per i giochi con i tori, che si presupponeva facessero parte di un qualche rituale religioso; si può arguire che pochi siano sopravissuti effettuando capriole sopra le corna affilate di un toro possente. Potrebbe aver dato inizio alla leggenda del Minotauro assassino? Similmente, il palazzo di Cnosso, composto da numerosi cortili e stanze comunicanti, potrebbe essere stato il prototipo del mitico Labirinto a cui venivano condannati i giovani ateniesi. Per quanto riguarda l’immagine del Minotauro, forse i monoici, come gli egizi, vedevano in esso uno dei loro dei, in parte uomo, in parte animale.


Informazioni sulla foto:


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NEL LABIRINTO


Quale sostrato delle leggende I ritrovamenti di Cnosso sembrano plausibile. Ciò è, tuttavia, sufficiente a spiegare l’origine del Minotauro? Non possiamo aspettarci che miti e leggende abbiamo preso una spiegazione «razionale», ma la tesi tradizionale che la storia del Minotauro abbia avuto origine dai giochi acrobatici coi tori tenuti nel palazzo–labirinto non soddisfa completamente. Tanto per cominciare, l’idea che il labirinto corrispondesse al palazzo di Cnosso è stata smentita da nuove scoperte straordinarie sorprendentemente effettuate in Egitto nel 1991, alcuni archeologi austriaci che stavano eseguendo gli scavi nel sito di Tel ed–Daba, sul delta del Nilo, scoprirono un complesso di palazzi appartenenti a una cultura decisamente non egiziana. Gli edifici risalgono al tempo degli hyksos, gli invasori stranieri che dominarono l’Egitto per tutto il diaciassettesimo secolo a.C. e per la prima parte del sedicesimo. In passato si pensava che gli hyksos fossero un popolo orientale e semitico come gli arabi e gli israeliti, in quando la ceramica, gli utensili in metallo e altri ritrovamenti suggerivano un’origine palestinese o siriana. Poi, al centro di tale città hyksos, venne compiuta una scoperta sbalorditiva: frammenti di affreschi in gesso raffiguranti scene indubbiamente egee, molto somiglianti a quella di Creta, sebbene, in realtà, più antiche di quelle di Cnosso. Esse includono scene floreali di stile minoico, teste di toro e persino frammenti di un affresco raffigurante acrobazie su tori. Intorno alle loro teste vi sono persino motivi labirintici. Questi sono puramente astratti, molto diversi dalla pianta del pian terreno del palazzo di Cnosso, e sono evidentemente molto più simili all’archetipo del labirinto, un simbolo quasi universale connesso ai misteri della vita e della morte. Se il labirinto cretese non era il palazzo di Cnosso, bensì un concetto astratto appartenente a un culto religioso, forse il Minotauro, il mostro che viveva al suo interno, era qualcosa di diverso da una semplice riflessione sui pericoli dei giochi coi tori. Le tradizioni del re Minosse, col suo palazzo, la sua flotta e il suo impero vennero racchiuse dagli ateniesi nella storia di Teseo e il Minotauro. L’archeologia ha dimostrato che tali racconti hanno solide fondamenta, ma potrebbero esserci un fondo di verità anche nella parte più orrenda della storia quella concernente i fanciulli ateniesi mandati a Cnosso ogni sette anni per sfamare il Minotauro?


SACRIFICI UMANI?


Da tempo esistono prove che potrebbero sovvertire l’immagine dell’antica civiltà minoica fornitaci dagli affreschi. Raffigurazioni di gigli e di fiori di loto accompagnano quelle di eleganti signore che chiacchierano e si pavoneggiano, offrendo un’immagine globale di una società colta e altamente sofisticata, con cui contrastano solo le scene di un pericolosissimo «gioco» di acrobazie sui tori. Un’ombra ben più cupa viene però gettata sulla questione dalle raccapriccianti scoperte compiute nel 1979 da Peter Warren, docente di archeologia classica all’università di Bristol, nel seminterrato di una grande casa di Cnosso. Le stanze superiori dell’abitazione erano sprofondate nelle fondamenta e sottoterra furono rinvenuti i loro contenuti: si trattava perlopiù di oggetti quali pesi da telaio, perle, utensili e porcellane. Vi era inoltre una grande anfora contenente terra bruciata, resti di lumache e molluschi commestibili e tre ossa umane, una delle quali (una vertebra cervicale) aveva evidenti segni di taglio. Perché gli alimenti erano mescolati a resti umani? Altre prove furono rinvenute in una stanza adiacente, che Warren battezzò la «stanza delle ossa dei bambini»: in quel luogo vennero trovate duecentocinquantuno ossa animali, appartenenti a bovini, pecore, maiali e cani, insieme a trecentosettantuno ossa umane e frammenti ossei. Alcune analisi mostrarono la presenza dei resti di almeno quattro individui, tutti bambini, e, globalmente, settantanove delle ossa presentavano segni, effettuati tagliando o segando il tessuto con una lama sottile; il altre stanze della casa furono rinvenute altre cinquantaquattro ossa umane, tutte appartenenti a fanciulli, e otto di esse con i medesimi segni. Warren e i colleghi si scervellarono sul significato di tale scoperta. In alcune culture antiche i corpi venivano smembrati o scarnificati prima della sepoltura, o persino riesumati dopo la decomposizione e seppelliti una seconda volta. Tuttavia, nel caso delle ossa di bambino, i segni di taglio erano distanti dalle estremità, dove avrebbero dovuto trovarsi se le varie parti del corpo (per esempio, l’avambraccio, il braccio e la mano) fossero state deliberatamente separate. Ciò suggerì a Warren, e all’osteologo Louis Binford, che i tagli non fossero stati praticati per smembrare lo scheletro, bensì per rimuovere la carne. Tuttavia, l’assenza di segni longitudinali di raschiatura rivelò che lo scopo non era rimuovere ogni traccia di carne, ma solo alcuni pezzetti; anche la scarnificazione sembrò perciò esclusa. In definitiva, parve che ha qualsiasi procedura fossero state sottoposte le ossa, questa non facesse parte di un rituale di sepoltura. La pratica era un’altra, e Warren giunse alla macabra conclusione che questa comportasse il sacrificio rituale di bambini, che venivano poi cucinati e mangiati. Naturalmente, come ammette lo stesso Warren, non possono esservi prove certe che la carne umana venisse consumata dopo essere stata rimossa dalle ossa. In ogni caso la sua ipotesi pare essere una spiegazione più probabile di altre alternative, quali il semplice omicidio o il rito funebre. Dennis Hughes classicista dell’università dell’Iowa, ha suggerito che le ossa siano state portate nei sotterranei quale parte di una seconda pratica di sepoltura, e che fossero già state distaccate e scarnificate prima di essere depositate in quel luogo. Ciò nonostante, come egli stesso ammette, non vi è traccia di riti funebri. Sebbene l’usanza di una seconda sepoltura sia conosciuta fin dall’età del bronzo cretese, non vi sono esempi di rimozione della carne o della disarticolazione deliberata dei corpi prima della nuova sepoltura. Il fatto più sconcertante è che, se i segni di taglio fossero stati ritrovati su ossa di animali, gli archeologi avrebbero indubbiamente pensato di trovarsi di fronte ai resti di un pranzo. La spiegazione di Warren, implicante il consumo rituale di carne umana, rimane la più attendibile, sebbene strida enormemente con i preconcetti di una società minoica «pacifica». La presenza di ossa animali con segni simili, la terra bruciata e le lumache commestibili suggeriscono che i fanciulli venissero uccisi, cucinati, e mangiati insieme agli animali durante banchetti associati a qualche mostruoso culto religioso. Non è nemmeno difficile da immaginare che le vittime del cannibalismo fossero prelevate dai paesi sottomessi, quali Atene, come nella leggenda di Teseo. Se la teoria di Warren fosse esatta, disporremmo di una nuova spiegazione dell’origine della leggenda del mostro del Labirinto, mangiatore di bambini; nel palazzo vi era sì un mostro, senza testa di toro ma molto reale, e più sinistro del Minotauro.


Informazioni sul video: El Labirinto del Minotauro , un’altra scena del film, autore del montaggio video sulla piattaforma di YouTube by kamushernandario dur. 5:06 del 18 aprile 2008.



Il racconto sulle leggende delle amazzoni continua nel prossimo capitolo dal titolo: LE SFUGGENTI AMAZZONI un cordiale arrivederci a tutti e mi raccomando cercate di scrivete qualche post sul blogs registrarsi nel sito non costa nulla, cioa Alex.


Salerno 24 settembre 2008 postato da alessio.101 sul suo blog: http://www.sportcinema.it il capitolo è stato tratto dai Miti e Leggende by Peter James e Nick Thorpe del Gruppo Editoriale Armenia


(001) – Miti e leggende: Teseo e il Minotauro – Videoclip tratti da YouTube.com per il film: Il labirinto del Minotauroultima modifica: 2008-09-24T00:38:00+02:00da airone2124
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