(004) – Le mode musicali e i cantanti: Barry White

(004) – Le mode musicali e i cantanti: Barry White


  • Le mode musicali esprimono emozioni e tendenze delle nuove generazioni.

  • La prima rivoluzione musicale avviene in America, negli anni Cinquanta con la nascita del rock’n’roll e del mito di Elvis Presley. Per la prima volta nella storia, la musica diviene una forma di contestazione e di un modo di esprimersi per le nuove generazioni.

  • Negli anni Sessanta sono caratterizzati dai grandi concerti (Woodstock, isola di Wight), dai movimenti pacifisti di protesta e dal diffondersi del grave fenomeno della droga, che miete le sue vittime anche fra le rockstar.

  • Negli anni Ottanta, dalle immagini dei videoclip, nasce il «look», ovvero l’identificazione di massa nelle immagini delle rockstar («fenomeno Madonna»).

  • Il vero protagonista della musica di questi ultimi anni è il video nel quale l’artista si esprime non solo con la sua voce e con la sua musica, ma soprattutto con l’immagine.


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BARRY WHITE


Biografia degli: Barry White Nato a Galveston, Texas, nel 1944, Barry White cresce cantando in un coro gospel assieme alla madre e suonando contemporaneamente il pianoforte. Dopo essersi trasferito a Los Angeles, ha la sua prima registrazione alla tenera età di 11 anni, suonando il piano nella canzone “Goodnight my love” di Jesse Belvin. Il debutto avviene a sedici anni con un gruppo chiamato Upfronts successivamente lavora per varie etichette indipendenti di Los Angeles, finché una di queste, la Mustang, non lo ingaggia per quaranta dollari a settimana come autore. In questo periodo White accarezza l’idea di diventare un artista e realizza il disco All In The Run Of A Day. La sua prima affermazione viene dal pezzo dance cantato da Viola Wills “Lost without the love of my guy”. Nel 1969 incontra e segue un trio di ragazze – le Love Unlimited – che White fa crescere fino a quando non ottengono un contratto con la 20th Century Records. White produce, scrive e arrangia per loro la ballata classica “Walking in the rain (with the one I love)”, che raggiunge il primo posto nella Top 20. Il gruppo riesce a ottenere diversi successi in classifica durante tutti gli anni ’70 e lo stesso White sposa la loro cantante, Glodean James. Dopo aver lavorato ad alcune demo per un cantante, la casa discografica suggerisce proprio al musicista di cantare. Il suo primo singolo “I’m gonna love you just a little more baby” diventa un successo: primo nella classifica R&B e terzo in quella pop. Nello stesso anno, l’orchestra della Love Unlimited registra “Love’s theme”, scritta da White altri successi sono “Never, never gonna give you up” (1973), “Can’t Get Enough of Your Love, Babe” (1974), “You’re the First, the Last, My Everything” (1974), “What Am I Gonna Do With You” (1975), “Let the Music Play” (1976), “It’s Ecstasy When You Lay Down Next To Me” (1977), “Your Sweetness is My Weakness” (1978) e “Change” (1982). Quando l’era della disco music – che lo ha reso famoso – finisce, White continua ugualmente la sua carriera. Ritorna negli anni Novanta con l’album The Icon Is Love (1994) e poi con Staying Power (1999), per il quale vince due Grammy Awards. Sfortunatamente i problemi di salute sembrano di minare la sua professione: in seguito a un infarto avuto nel 2003, decide di abbandonare le scene. Nel giugno dello stesso anno muore a Los Angeles a soli 58 anni. Nel settembre 2004, viene inserito nella Danc Music Hall of Fame.

La Biografia e le foto di Barry White sono state tratte da: http://www. musica.virgilio.it/artisti/pop/v/index.html


In questa pagina potrete ascoltare i seguenti brani di Barry White e sono:

The First, my Last, my Everything (2)
Love’s Theme
Hung Up In Your Love
Let The Music Play
All Around The World


Informazioni sul video: Barry White – The First, my Last, my Everything (2), una canzone di Barry White realizzazione sulla piattaforma di video.licero.it by mammina.i dur. 04:34 del 28 luglio 2008.



Sempre più imponente è il fenomeno delle mode musicali. Ne sono coinvolte soprattutto le nuove generazioni, di cui la musica esprime soprattutto emozioni e tendenze. Attraverso di essa nascono e si esaltano miti, mode e manie, rivoluzionando il suo ruolo nel contesto sociale. La nascita di questo fenomeno, oggi così diffuso, si può far risalire alla seconda metà degli anni Cinquanta. È in America che la musica, per la prima volta nella storia, diviene simbolo di protesta, un mezzo alternativo di espressione per le nuove generazioni. Proprio in questi anni, infatti, la scena musicale americana è sconvolta dal ciclone rock’n’roll: ritmi concitati, voci tese è sensuali, atteggiamenti anticonformisti che allarmano l’opinione pubblica. Elvis Presley è il re della nuova musica. Con lui comincia un’altra era ed il suo mito si diffonderà a macchia d’olio in tutto il mondo, inaugurando la serie dei «divi» della musica leggera e del rock. Da un giorno all’altro il rock’n’roll sembra spazzare via i ricordi della seconda guerra mondiale, la caccia alle streghe di McCarthy , i giorni dello «swing» suonato in frac. Nasce la «Elvismania»: il cantante più popolare d’America insegna ai giovani a vestirsi, muoversi, cantare e ballare. Il ciuffo di Presley in breve tempo sventola su tutto il mondo giovanile, comprimendo in forma di canzone i fermenti che agitano l’Occidente.


Informazioni sul video: Barry White – Love’s Theme, una canzone di Barry White realizzazione sulla piattaforma di YouTube.com by 65Reasons dur. 4:10 del 1 febbraio 2009.



Negli anni Sessanta questi fermenti prendono forma nella contestazione giovanile ed anche questa volta trovano espressione diretta nella musica. Nasce nelle cantine il «beat» inglese e da Liverpool quattro ragazzi, sotto il nome dei Beatles, insieme alle loro canzoni, lanciano un messaggio: «Non tagliatevi i capelli». I giovani, prima per gioco, poi come momento di aggregazione collettiva, rispondono in massa all’appello dei quattro ragazzi di Liverpool e iniziano ad imitare gli atteggiamenti, l’abbigliamento, lo stile di vita. E nasce, agli albori, degli anni ’60, in un clima spensierato e affatto violento, il primo momento della contestazione giovanile. Al mito dei Beatles si lega, tuttavia, un altro nascente fenomeno di massa: il fanatismo. Migliaia di ragazze urlano e piangono alla loro vista, in preda ad una sorta di isteria collettiva durante i concerti. Con i Betles si accentua di più che con i divi del rock’n’roll il «divismo», il protagonismo di scena, la figura del fan, mentre i loro produttori scoprono il grande mercato dei business discografico. In questo periodo nasce una moda giovane, che fa riscoprire mercatini e boutique–off. Sono gli anni in cui Mary Quant inventa la minigonna e Londra diventa la capitale della beat generation. Frattando la psichedelica e le droghe sono alle porte, i miti dell’India e del pacifismo stanno per dilagare.

Negli anni Settanta I Beatles si sciolgono e si apre un decennio ricco di fermenti politici e sociali. La musica diventa la voce collettiva delle nuove generazioni, che, attraverso i loro divi, lanciano al mondo messaggi di pace, mentre le potenze continuano la corsa agli armamenti e si fa incombente la minaccia di uno scontro mondiale. Milioni di giovani si radunano per assistere ai grandi concerti di Monterey, di Woodstock e dell’isola di Wight. La protesta assume connotazioni esistenziali, la controcultura freack diffonde l’uso delle droghe. Il movimento culturale dei «figli dei fiori» cede il passo a una tragica catena di morti. Anche fra le rockstar si contano le prime vittime: la celebre cantante Janis Joplin, il famoso chitarrista negro Jimi Hendrix, il leader del complesso inglese «Doors», Jim Morrison.


Informazioni sul video: Barry White – Hung Up In Your Love, una canzone di Barry White realizzazione sulla piattaforma di YouTube.com by chakasmoothjazz dur. 04:07 del 15 marzp 2007.



Dall’inizio degli anni Ottanta in poi, invece, all’affermazione del linguaggio musicale come un mezzo di espressione «universale», facendo da cassa di risonanza agli umori dei tempi, alle generazioni e alle nuove tendenze. La musica non è più soltanto suono e ritmo ma anche comunicazione visiva. Il suono diventa gesto, e il ritmo, attraverso il video, coralità scenografica; l’interprete una sorta di protagonista di sonarità animata. La sofisticazione dei mezzi di comunicazione, il cambiamento del linguaggio tecnologico, la pubblicizzazione attraverso la televisione e i video convergono ad affermare la musica d’immagine. In questo clima, il rock assume un altro ruolo importante: quello del «look» (in inglese: aspetto), che punta all’identificazione di massa nelle rockstar, che diventano talvolta, loro malgrado, prima che cantanti o musicisti, dei simboli di moda. Il linguaggio artistico viene amplificato in un messaggio esteriore che abbraccia i fanatismi popolari, ma anche gli elevati livelli di consumo imposti dal fiorente mercato dell’effimero. In questo clima il «look» diviene un grosso affare economico, che rafforza il già redditizio mercato discografico. L’esempio più evidente di una riuscita operazione di look è quello della rockstar americana Madonna. Il suo modo di vestirsi, o meglio di travestirsi, ha creato un fatto di costume più che un fenomeno musicale. La popolarità di Madonna è infatti legata certamente più alla sua «immagine», che non alle qualità vocali. Ma se il musical–look di maggior effetto si traforma più facilmente in un allarme commerciale, questi strani e contraddittori anni Ottanta sono riusciti ad esaltare e far propria come non mai, amche l’immagine dell’«estetismo intellettuale». Quello, ad esempio, del cantautore e musicista londinese Sting, della sua introspezione psicologica, del duo dissidio di uomo ed artista, del suo impegno sociale. C’è poi all’opposto il richiamo sessuale e selvaggio dei «metallari»: la faccia sbiancata e l’espressione perversa, le borchie di metallo su guanti e cinte di pelle rigorosamente nera sono simbolo di nuove tendenze, più sofisticate, ma meno commerciali o commerciabili.


Informazioni sul video: Barry White – Let The Music Play, una canzone di Barry White realizzazione sulla piattaforma di YouTube.com by miliya21 dur. 05:03 del 4 settembre 2007.



Da più di un decennio un elemento essenziale del mercato della musica pop è la videomusic, alla quale è indissolubilmente legato il successo di numerose rockstar. La programmazione di videoclip è un’operazione essenzialmente commerciale: divi come Madonna, Michael Jackson, o i Duran Duran hanno raddoppiato le vendite delle loro incisioni dopo l’uscita dei video. Se la televisione ha sempre rivestito un ruolo importante nella promozione dei divi della musica leggera fin dagli anni Sessanta, con la videomusic è notevolmente aumentata la potenzialità dell’immagine di orientare il gusto del pubblico. Con la programmazione del videoclip, dove il modo di vestirsi, di muoversi e di truccarsi dell’interprete acquista un’importanza decisiva, l’attenzione del pubblico si sposta dalla musica al personaggio. L’immagine di una rockstar viene attentamente costruita da un equipe di esperti così come si progetta la confezione di un qualsiasi prodotto industriale da lanciare sul mercato. A questo proposito, come già osservato, l’esempio più eclatante è quello di Madonna, per la quale è stato inventato il personaggio inprevedibile e trasgressivo che è diventato un modello per molte adolescenti. Madonna, grazie al video, si propone ogni volta con un nuovo look ispirato al tema dell’album in uscita. Al contrario di quanto accade nei film, nel videoclip la musica non funge da colonna sonora ma precede l’immagine che commenta o interpreta il pezzo musicale. Il videoclip assomiglia più a un collage che a una trama narrativa: le immagini sono spesso sequenze di velocissime (frames), frammentate fino ad essere difficilmente riconoscibili e talvolta prive di una successione logica. Si passa da una situazione all’altra utilizzando flash back, sovrapposizioni di immagini, accelerazioni e rallentamenti. È la musica a creare un rapporto tra situazioni tra loro slegate e a dare loro un significato secondo un procedimento tipico della pubblicità. Nel video non solo l’immagine, ma anche la musica è creata artificialmente: l’esecuzione è realizzata da montaggi fatti in studio, con amplificazioni ed effetti elettronici. Se il protagonista è ripreso mentre canta, è di regola il lip–sync, la sincronizzazione del movimento delle labbra con il canto. Ma questa è un’altra storia raccontata che si sta per concludersi allegramente con i videoclip scelti per voi amici da casa, brani musicali di cantanti noti e meno noti recuperati dalla rete web, presi a caso, buon divertimento a tutti e arrivederci a una prossimo articolo, Alex.


Informazioni sul video: Barry White e Lisa Stansfield – All Around The World, una canzone di Barry White realizzazione sulla piattaforma di YouTube.com by victorcardosogyn dur. 04:24 del 7 dicembre 2006.



Articolo postato sul blog di sportcinema.it http://www.sportcinema.it in categoria: Le mode musicali e i cantanti, è un’idea di alessio.101, lì 31 marzo 2009, Salerno.



(004) – Le mode musicali e i cantanti: Barry Whiteultima modifica: 2009-03-31T02:13:45+02:00da airone2124
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