(001) – Le mode musicali e i cantanti appaiono, si affermano e poi scompaiono con una rapidità sempre più incalzante, influenzando migliaia di giovani da ogni parta del mondo: oggi vi presentiamo Riccardo Cocciante


(001) – Le mode musicali e i cantanti appaiono, si affermano e poi scompaiono con una rapidità sempre più incalzante, influenzando migliaia di giovani da ogni parta del mondo: oggi vi presentiamo: Riccardo Cocciante

 


  • Le mode musicali esprimono emozioni e tendenze delle nuove generazioni.

  • La prima rivoluzione musicale avviene in America, negli anni Cinquanta con la nascita del rock’n’roll e del mito di Elvis Presley. Per la prima volta nella storia, la musica diviene una forma di contestazione e di un modo di esprimersi per le nuove generazioni.

  • Negli anni Sessanta sono caratterizzati dai grandi concerti (Woodstock, isola di Wight), dai movimenti pacifisti di protesta e dal diffondersi del grave fenomeno della droga, che miete le sue vittime anche fra le rockstar.

  • Negli anni Ottanta, dalle immagini dei videoclip, nasce il «look», ovvero l’identificazione di massa nelle immagini delle rockstar («fenomeno Madonna»).

  • Il vero protagonista della musica di questi ultimi anni è il video nel quale l’artista si esprime non solo con la sua voce e con la sua musica, ma soprattutto con l’immagine.



Riccardo Cocciante

 


Biografia degli: Riccardo Cocciante Piero e Tore Fazzi (Nati ad Alà dei sardi, SS) suonavano e cantavano nel coro della parrocchia “Sacra Famiglia”. Ad Olbia e, alla fine delle prove, si intrattenevano con gli amici a suonare le canzoni dei loro idoli, da Simon & Garfunkel a Battisti, dai Beatles ai Genesis. Sciolto per motivi banali il primo gruppo dopo un anno di esibizioni in vari dancing, si unirono ai superstiti di un altro gruppo (Luciano Degortes, Masino Usai, Piero Pischedda, Pino Ambrosio), e dopo circa un anno cambiarono il nome in quello definitivo.

Una prima apparizione al festival di Castrocaro non diede nessun esito: subito dopo Luciano, voce solista, lasciò il gruppo per prestare il servizio militare; Piero e Tore Fazzi diventarono le voci soliste e, tra una serata e l’altra, tra una “;interrogazione” e l’altra (Piero all’ist. tec. per geometri, Tore al liceo classico) spedivano provini alle case discografiche. Un giovane manager olbiese, Paolo Masala, li guida nelle prime esperienze discografiche quando decidono di produrre a proprie spese il loro primo disco e, durante le registrazioni, vengono notati da un produttore romano, Massimo Di Cicco, proprietario della sala di registrazione Titania a Roma, che firma loro il primo contratto discografico. Nel 1976 vincono il festival di Castrocaro con “Due ragazzi nel sole”.

Nel 1977 partecipano per la prima volta (seguiranno altre tre esperienze) al festival di Sanremo, con “Tu mi rubi l’anima”. I due singoli raggiungono le vette delle classifiche di vendita e portano al successo il loro primo 33 giri, cui faranno seguito altri tre: “Piano piano m’innamorai di te”, “Concerto d’amore”, “Stelle di carta”, e un CD: “Replay”, che contengono successi come “La gente parla”, “Sole rosso”, “Un’altra estate”, “Lei non sapeva far l’amore”, “S.O.S.”, “Ma che faccia da schiaffi”, “Donna musica”, “I ragazzi che si amano”, “Un angelo”. Si susseguono le tournée in Italia e all’estero, dove lanciano le versioni spagnole dei loro maggiori successi, raggiungendo i primi posti nelle classifiche di Spagna e vari paesi del SudAmerica con “Como dos ninos”, “Poco a poco…”, “La gente Habla”, “Sol caliente”.

Nel frattempo la formazione ha subito varie modifiche, con la costante dei due fratelli sempre alla guida. Piero Fazzi, chitarra acustica e Tore Fazzi, basso elettrico, si avvalgono da oltre 10 anni della collaborazione di Mario Chessa (Sassari), che suona tastiere e violino. Completano la band Davide Moscatiello (Caserta) alla batteria e percussioni, Nicolino D’Alessio (Solofra,) alle chitarre.

La biografia è stata tratta dalla fonte del sito dei “Collage” per le altre informazioni di questo gruppo potete cliccare qui:

http://www.collage.it/index1.html

 


In questa pagina potrete ascoltare i seguenti brani degli Riccardo Cocciante e sono:

Cervo di primavera (1)
Notturno
Ti amo ancor di più (1
) Primavera
Margherita (1)

 


Informazioni sul video: Riccardo Cocciante – Cervo di primavera (1) un viaggio ipotetico per il mondo… realizzazione video sulla piattaforma YouTube.com by lenore414 dur. 05:10 del 15 gennaio 2008. una un’altra canzone di Riccardo Cocciante realizzato sulla piattaforma video.libero.it by Monnalisa dur. 04:04 del 8 ottobre 2008. un’altra canzone di Riccardo Cocciante realizzato sulla piattaforma video.libero.it by il.druidino dur. 03:39 del 6 ottobre 2008. un’altra canzone di Riccardo Cocciante realizzato sulla piattaforma video.libero.it by il.druidino dur. 04:42 del 7 novembre 2008.un’altra canzone di Riccardo Cocciante realizzato sulla piattaforma video.libero.it by Monnalisa dur. 04:40 del 26 ottobre 2008.

 


 


Sempre più imponente è il fenomeno delle mode musicali. Ne sono coinvolte soprattutto le nuove generazioni, di cui la musica esprime soprattutto emozioni e tendenze. Attraverso di essa nascono e si esaltano miti, mode e manie, rivoluzionando il suo ruolo nel contesto sociale. La nascita di questo fenomeno, oggi così diffuso, si può far risalire alla seconda metà degli anni Cinquanta. È in America che la musica, per la prima volta nella storia, diviene simbolo di protesta, un mezzo alternativo di espressione per le nuove generazioni. Proprio in questi anni, infatti, la scena musicale americana è sconvolta dal ciclone rock’n’roll: ritmi concitati, voci tese è sensuali, atteggiamenti anticonformisti che allarmano l’opinione pubblica. Elvis Presley è il re della nuova musica. Con lui comincia un’altra era ed il suo mito si diffonderà a macchia d’olio in tutto il mondo, inaugurando la serie dei «divi» della musica leggera e del rock. Da un giorno all’altro il rock’n’roll sembra spazzare via i ricordi della seconda guerra mondiale, la caccia alle streghe di McCarthy, i giorni dello «swing» suonato in frac. Nasce la «Elvismania»: il cantante più popolare d’America insegna ai giovani a vestirsi, muoversi, cantare e ballare. Il ciuffo di Presley in breve tempo sventola su tutto il mondo giovanile, comprimendo in forma di canzone i fermenti che agitano l’Occidente.

 


Informazioni sul video: Riccardo Cocciante – Notturno

 


 


Negli anni Sessanta questi fermenti prendono forma nella contestazione giovanile ed anche questa volta trovano espressione diretta nella musica. Nasce nelle cantine il «beat» inglese e da Liverpool quattro ragazzi, sotto il nome dei Beatles, insieme alle loro canzoni, lanciano un messaggio: «Non tagliatevi i capelli». I giovani, prima per gioco, poi come momento di aggregazione collettiva, rispondono in massa all’appello dei quattro ragazzi di Liverpool e iniziano ad imitare gli atteggiamenti, l’abbigliamento, lo stile di vita. E nasce, agli albori, degli anni ’60, in un clima spensierato e affatto violento, il primo momento della contestazione giovanile. Al mito dei Beatles si lega, tuttavia, un altro nascente fenomeno di massa: il fanatismo. Migliaia di ragazze urlano e piangono alla loro vista, in preda ad una sorta di isteria collettiva durante i concerti. Con i Betles si accentua di più che con i divi del rock’n’roll il «divismo», il protagonismo di scena, la figura del fan, mentre i loro produttori scoprono il grande mercato dei business discografico. In questo periodo nasce una moda giovane, che fa riscoprire mercatini e boutique–off. Sono gli anni in cui Mary Quant inventa la minigonna e Londra diventa la capitale della beat generation. Frattando la psichedelica e le droghe sono alle porte, i miti dell’India e del pacifismo stanno per dilagare. Negli anni SettantaI Beatles si sciolgono e si apre un decennio ricco di fermenti politici e sociali. La musica diventa la voce collettiva delle nuove generazioni, che, attraverso i loro divi, lanciano al mondo messaggi di pace, mentre le potenze continuano la corsa agli armamenti e si fa incombente la minaccia di uno scontro mondiale. Milioni di giovani si radunano per assistere ai grandi concerti di Monterey, di Woodstock e dell’isola di Wight. La protesta assume connotazioni esistenziali, la controcultura freack diffonde l’uso delle droghe. Il movimento culturale dei «figli dei fiori» cede il passo a una tragica catena di morti. Anche fra le rockstar si contano le prime vittime: la celebre cantante Janis Joplin, il famoso chitarrista negro Jimi Hendrix, il leader del complesso inglese «Doors», Jim Morrison.

 


Informazioni sul video: Riccardo Cocciante – Ti amo ancor di più (1)

 


 


Dall’inizio degli anni Ottanta in poi, invece, all’affermazione del linguaggio musicale come un mezzo di espressione «universale», facendo da cassa di risonanza agli umori dei tempi, alle generazioni e alle nuove tendenze. La musica non è più soltanto suono e ritmo ma anche comunicazione visiva. Il suono diventa gesto, e il ritmo, attraverso il video, coralità scenografica; l’interprete una sorta di protagonista di sonarità animata. La sofisticazione dei mezzi di comunicazione, il cambiamento del linguaggio tecnologico, la pubblicizzazione attraverso la televisione e i video convergono ad affermare la musica d’immagine. In questo clima, il rock assume un altro ruolo importante: quello del «look» (in inglese: aspetto), che punta all’identificazione di massa nelle rockstar, che diventano talvolta, loro malgrado, prima che cantanti o musicisti, dei simboli di moda. Il linguaggio artistico viene amplificato in un messaggio esteriore che abbraccia i fanatismi popolari, ma anche gli elevati livelli di consumo imposti dal fiorente mercato dell’effimero. In questo clima il «look» diviene un grosso affare economico, che rafforza il già redditizio mercato discografico. L’esempio più evidente di una riuscita operazione di look è quello della rockstar americana Madonna. Il suo modo di vestirsi, o meglio di travestirsi, ha creato un fatto di costume più che un fenomeno musicale. La popolarità di Madonna è infatti legata certamente più alla sua «immagine», che non alle qualità vocali. Ma se il musical–look di maggior effetto si traforma più facilmente in un allarme commerciale, questi strani e contraddittori anni Ottanta sono riusciti ad esaltare e far propria come non mai, amche l’immagine dell’«estetismo intellettuale». Quello, ad esempio, del cantautore e musicista londinese Sting, della sua introspezione psicologica, del duo dissidio di uomo ed artista, del suo impegno sociale. C’è poi all’opposto il richiamo sessuale e selvaggio dei «metallari»: la faccia sbiancata e l’espressione perversa, le borchie di metallo su guanti e cinte di pelle rigorosamente nera sono simbolo di nuove tendenze, più sofisticate, ma meno commerciali o commerciabili.

 


Informazioni sul video: Riccardo Cocciante – Primavera

 


 


Da più di un decennio un elemento essenziale del mercato della musica pop è la videomusic, alla quale è indissolubilmente legato il successo di numerose rockstar. La programmazione di videoclip è un’operazione essenzialmente commerciale: divi come Madonna, Michael Jackson, o i Duran Duran hanno raddoppiato le vendite delle loro incisioni dopo l’uscita dei video. Se la televisione ha sempre rivestito un ruolo importante nella promozione dei divi della musica leggera fin dagli anni Sessanta, con la videomusic è notevolmente aumentata la potenzialità dell’immagine di orientare il gusto del pubblico. Con la programmazione del videoclip, dove il modo di vestirsi, di muoversi e di truccarsi dell’interprete acquista un’importanza decisiva, l’attenzione del pubblico si sposta dalla musica al personaggio. L’immagine di una rockstar viene attentamente costruita da un equipe di esperti così come si progetta la confezione di un qualsiasi prodotto industriale da lanciare sul mercato. A questo proposito, come già osservato, l’esempio più eclatante è quello di Madonna, per la quale è stato inventato il personaggio inprevedibile e trasgressivo che è diventato un modello per molte adolescenti. Madonna, grazie al video, si propone ogni volta con un nuovo look ispirato al tema dell’album in uscita. Al contrario di quanto accade nei film, nel videoclip la musica non funge da colonna sonora ma precede l’immagine che commenta o interpreta il pezzo musicale. Il videoclip assomiglia più a un collage che a una trama narrativa: le immagini sono spesso sequenze di velocissime (frames), frammentate fino ad essere difficilmente riconoscibili e talvolta prive di una successione logica. Si passa da una situazione all’altra utilizzando flash back, sovrapposizioni di immagini, accelerazioni e rallentamenti. È la musica a creare un rapporto tra situazioni tra loro slegate e a dare loro un significato secondo un procedimento tipico della pubblicità. Nel video non solo l’immagine, ma anche la musica è creata artificialmente: l’esecuzione è realizzata da montaggi fatti in studio, con amplificazioni ed effetti elettronici. Se il protagonista è ripreso mentre canta, è di regola il lip–sync, la sincronizzazione del movimento delle labbra con il canto. Ma questa è un’altra storia raccontata che si sta per concludersi allegramente con i videoclip scelti per voi amici da casa, brani musicali di cantanti noti e meno noti recuperati dalla rete web, presi a caso, buon divertimento a tutti e arrivederci a una prossimo articolo, Alex.

 


Informazioni sul video: Riccardo Cocciante – Margherita (1)

 


 


Articolo by post alessio.101 sul blog del circuito di sportcinema.it nella categoria: Le mode musicali e i cantanti, è un’idea di alessio.101, lì 5 marzo 2009, Salerno.

http://www.sportcinema.it



(001) – Le mode musicali e i cantanti appaiono, si affermano e poi scompaiono con una rapidità sempre più incalzante, influenzando migliaia di giovani da ogni parta del mondo: oggi vi presentiamo Riccardo Coccianteultima modifica: 2009-03-05T01:16:00+01:00da airone2124
Reposta per primo quest’articolo